`Purple Orange´

Autore disco:

Jelloslave

Etichetta:

autoproduzione (USA)

Link:

www.cdbaby.com/cd/Jelloslave1

Formato:

mp3

Anno di Pubblicazione:

2010

Titoli:

1) Jane Bond 2) A Handful Of Earth 3) Hallelujah 4) Purple Orange 5) C`est L`amour 6) You Are So Stingingly Demure 7) Mary O`Neil 8) Nana

Durata:

50:04

Con:

Jacqueline Ultan, Michelle Kinney, Greg Schutte, Gary Waryan

Per chi è convinto che oggi non c'è della buona musica

x Mikol Pole

Jelloslave è un quartetto strumentale di Minneapolis - 2 violoncelli, batteria e tablas - dedito a una musica nella quale collidono reminiscenze classiche, jazz, progressive, psichedeliche, folk e world music. Dopo il CD “Touch it” del 2006, accolto molto bene dalla critica, sono riapparsi nel 2010 con questo “Purple Orange”, un lavoro reperibile solamente in download (ma non sono riuscito a capire se è stato pubblicato anche su supporto fisico, seppure in poche copie distribuite unicamente ai concerti).
Si tratta nuovamente di un lavoro notevole, con in scaletta gli ottimi rifacimenti di Hallelujah (Leonard Cohen), C`est L`amour (Astor Piazzolla) e Love Will Tear Us Apart (Joy Division), quest'ultima inclusa nella trama di Jane Bond. Altrove sono ben udibili motivi classicheggianti, connaturati alla natura e alla storia degli strumenti, o folkeggianti, come in You Are So Stingingly Demure, Purple Orange e Mary O`Neil.
Qualunque sia il campo di battaglia, i quattro riescono comunque a essere sempre coinvolgenti e degni di nota.
Purtroppo è difficile che gruppi come questo possano essere visti in Italia, dove circolano unicamente quei nomi pompati da una stampa musicale nazionale sempre più malata di un mediasettismo portatore di valori culturali deleteri e rincoglionenti, ne è un esempio il dilagare di un fenomeno tipicamente italiano qual è quello dei vari contest.
E` così che finiscono per essere trattati solo quei musicisti i cui dischi vengono distribuiti in Italia e, di conseguenza, sono in grado di portare pubblicità . Per lo stesso motivo arrivano in tour - ad esclusione di alcune splendide eccezioni - solo i suddetti musicisti, che spesso sono l'ennesima copia della copia della copia della copia del tal dei tali.
In questo pantano immobile molti finiscono di conseguenza con il dedicarsi alle celebrazioni storiche, adducendo a loro discolpa il motivo che fra le novità non c'è nulla di interessante. Di cose buone ce ne sono invece a iosa, chiaramente pescando nell'underground, quello che casomai manca è invece la voglia di scavare.


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Data Recensione: 16/5/2014

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