Rispetto agli ultimi capitoli “Tape Crash” che abbiamo recensito - Mattia Coletti & Own Road / Powerdove e Bob Corn / My Dear Killer - questa undicesima uscita sembrerebbe ospitare nomi minori. Ma quando si dice nomi minori bisogna stare attenti a cosa si intende, dacchè questi semisconosciuti non compromessi con il music business sono il succo dell`underground e, di conseguenza, considerati in tale ottica diventano automaticamente più importanti delle varie madonne (di Medjugorje o di Bay City che siano). Quello che non cambia è l`accuratezza con cui le proposte musicali vengono accoppiate negli split, si tratta sempre di artisti in qualche modo accomunabili, che non cozzano l`uno con l`altro, ma sufficientemente diversi da non rendere mai i due lati della cassetta l`uno la copia dell`altro. Non si tratta quindi di una `battle of the bands` ma di un incontro in grado di far conoscere ai supporter degli uni la musica degli altri. Nell`occasione l`incontro è fra due accoppiate, gli svizzeri Mulo Muto nel lato A della cassetta e gli italiani Beta nel lato B. I primi si presentano con un unico lungo brano, a sfiorare la mezz`ora di durata, nel quale sintetizzatori, loops e rumori vanno a formare un bordone assai monolitico, come una valanga di noise elettronico che nasce, cresce, travolge e, infine, va a schiantarsi contro un ipotetico ostacolo e si attutisce spruzzando intorno echi pulviscolari. Beta, dal canto loro, pur accettando la sfida con il rumore sono meno compatti, a iniziare dal fatto che la loro sezione è divisa in sei brani. Nonostante ciò, e nonostante la presenza di chitarre e voci, ad affiancare l`uso delle macchine, non si può parlare di vere e proprie canzoni. Nel loro caso la bilancia è spostata verso un dark-noise, c`è anche una ripresa dai Death In June, sufficientemente originale e di pregevole fattura. Povera, rispetto agli split precedenti, ma bella la confezione, con l`eloquente disegno di Berlikete.
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