Non c`è dubbio, siamo di fronte ad un intuizionista. Nel senso che lo scrittore Colson Whitehead attribuisce alla protagonista del suo romanzo “L`intuizionista”, Lila Watson, prima ispettrice donna di colore dell`ispettorato Ascensori. Lila, al contrario degli empiristi, è perennemente in ascolto di ascensori, dei loro guasti, dei loro problemi... Con questa piccola e assai consigliata extravaganza letteraria si introducono questi piccoli gioielli sonori: “Secousses Panoramiques” e “Air.ratio” di Éric La Casa pubblicati ripettivamente da Hibari e Sirr. Compositore ormai consacrato tra i grandi dell`arte acusmatica, La Casa ci offre fantastiche inquadrature sonore di spazi di transito e luoghi interstiziali rappresentati rispettivamente dagli ascensori (“Secousses Panoramiques”) e dalle riprese sonore di impianti di ventilazione meccanica (“Air.ratio”), registrati per la maggior parte a Parigi. Spontanea una domanda: documenti sonori o composizioni musicali? Nella logica della ricezione musicale la domanda è assolutamente legittima, e non è indifferente alla prassi compositiva del nostro Eric (si leggano a questo proposito e con grande attenzione, le note di copertina di “Air.ratio”). Dunque: posso considerare questo lavoro sia una testimonianza, o per dirla con le parole dell`ecologia acustica, un catalogo di sound marks di artefatti umani, ma anche una composizione acusmatico-musicale tout court. Ho prestato così attenzione a quest`ultimo aspetto, anzi, l`aspetto musicale si è manifestato a partire dalla fonte, in modo esplicito, proprio in “Secousses Panoramique”. Ma com`è possibile comporre a partire da immagini sonore così nitide, non solo con quella pulizia di suono a cui ormai La Casa ci ha abituato, ma anche, in questo caso, utilizzando fonti sonore così `riconoscibili`, esplicite, facilmente riconducibili ad una abitudinarietà dell`ascolto (passivo?) del quotidiano? Come l`obiettivo cinematografico, anche il microfono, può essere puntato ovunque e la composizione inizia già a partire dalla scelta accurata dello strumento microfono e della sua posizione nella spazio e la sua conseguente relazione spaziale con il soggetto ripreso. In questo La Casa è un maestro. Un grande fonico al lavoro si direbbe se non fosse che non è possibile rimanere indifferenti alla sua sensibilità del tutto musicale con cui maneggia gli strumenti del mestiere. Così emergono differenti profondità di campo grazie anche ad un accuratissimo montaggio fatto di inquadrature fisse e che rendono gli stacchi del montaggio ancora più evidenti quando la prospettiva sonora cambia radicalmente. La Casa, ci accompagna su e giù per gli ascensori di Radio France, interni, esterni, sale di attesa e punti di `udito` dell`ascensore sul mondo circostante: primo piano di sala macchina e di sala trazione. E poi ancora su e giù per La Défense, La Villette, luoghi celebri, ma anche indirizzi comuni, con tanto di numero civico in retrocopertina, per chi volesse recarvisi (!). Insomma, dato un soggetto così, (in epoca di facili revisionismi, perdonatemi l`utilizzo demodè del termine), postmoderno, i materiali, gli eventi sonori diventano veramente molti e le loro possibili combinazioni, infinite. La Casa accosta come solo lui sa fare l`indicibile e l`inascoltato, anzi ciò che è continuamente ascoltato, ma a cui mai si è prestato attenzione musicale. La Casa ci offre la prospettiva musicale di un soggetto altrimenti in-ascoltabile o, che è peggio, di un soggetto che è spesso costretto ad ascoltare muzak peggiore di quella che da solo è in grado di produrre. Il fantomatico fronte di liberazione degli ascensori ha finalmente annichilito muzak e volgari dialoghi umanoidi. Queste considerazioni valgono senz`altro anche per “Air.ratio” dove la prospettiva compositiva si radicalizza, così come il metodo sistematico con cui La Casa cataloga le proprie fonti. E` sicuramente il contenuto acustico-spettrale degli impianti di ventilazione a rendere l`ascolto musicale di difficile auscultazione. Ci troviamo di fronte a continue variazioni monocrome anche in questo caso rigorosamente ordinate e classificate. L`immagine sonora è sempre molto nitida, così come il contenuto spettrale delle fonti, altamente differenziato, grazie anche alla complessità fisica del mezzo di `propagazione` sonora, risultato di studi di ingegneria meccanico-acustica. Interessante notare che in codesti prodotti meccanici le caratteristiche fisiche (densità , materiale) sono studiate in maniera tale da attutire il più possibile la componente rumorosa del mezzo di propagazione. Ed è forse proprio questa considerazione a rendere `bello` l`ascolto di questo cd. La Casa, come in “Secousses Panoramiques”, ha documentato con magistrale eleganza l`imprinting sonoro di mezzi meccanici di ventilazione parigina. Proprio in quanto tale, anche agli ingegneri meccanici in ascolto di questo cd rimane un gran lavoro da fare se il fine di ogni impianto di ventilazione è anche quello di ridurne la componente rumorosa. Ma sorge spontanea una domanda: come è possibile togliere suono ad un movimento dell`aria, quando questo, di origine appunto meccanica, è genesi di ogni fenomeno sonoro? In ogni caso, massimi sistemi a parte, l`acquisto è altamente consigliato.
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