Difficile scrivere di un gruppo ammirato fin dal primo disco, e che giunge ora alla sua terza uscita, ma è inutile negare che gli 'aficionados' non possono che essere contenti anche di questo nuovo "JJJ".
A livello di accoglienza da parte della critica si è sempre trattato di un gruppo sfigato, poco considerato, di quelli gettati nel pentolone dell`indie rock, come molti altri, con le loro sfumature noise, pop, blues, garage, punk e tutto quello che volete appiccicarli addosso, ma loro sono molto di più, vista anche la grande attitudine live, che ben pochi gruppi del circuito hanno...
9 brani di cui non potrete fare a meno nel vostro lettore per un bel po`; due bassi due chitarre, più voci, clarinetto, violino e grandi intrecci che non solo vi faranno battere il piedino, ma vi istigheranno ad una danza scomposta e liberatoria e a cantare i loro brevi ritornelli.
Una grande loro caratteristica, come in tutti i dischi precedenti, rimane la voce di Massimo Bevilacqua, ma fanno centro anche la grande spontaneità del loro sound e, come ribadiscono e sottolineano nella 5° traccia, anche un'Attitude to the funny.
Perchè si sente davvero che si divertono, riuscendo a mescolare molte influenze; rimanendo a volte ancora legati a solidi intrecci e 'aperture' di chitarre post-rockettiane (Traffic), ma ridandolgli freschezza ed energia.
`Jesus is here`, si apre così JJJ, la title track e ultima traccia del disco, che risulta anche 'magistrale' nella registrazione, con Lorenzo Monti (voce, basso) dietro al mixer supportato dal gran-guru Fabio Magistrali (che in due brevi occasioni partecipa anche al disco).
Non si tratta solo di una tra le tante valide uscite della fiorentina Black Candy, ma una bella uscita di sano rock 'n' roll...
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