Sconfortato dal brutto concerto dei tre, in quel di Firenze, mi accingo a recensire questi due CD-R che incautamente, prima di averli fatti suonare, ho acquistato fidandomi ciecamente dei giudizi entusiasti che avevo sentito in giro. Fino in extremis ho sperato che i due CD smentissero quella cattiva impressione e invece almeno un merito i Talibam! ce l`hanno, sul palco e su disco sono tali e quali. Il gruppo si è guadagnato la sua fama soprattutto per il CD-R eponimo, distribuito dalla Evolving Ear e racchiuso dentro a vecchie copertine da LP ritagliate (in realtà si tratta di una cosa piuttosto sciatta). L`altro CD-R che qui presentiamo li ritrae invece in concerto al 40 Watt di Athens. Nel tentativo di comprendere questo credito dato ai Talibam! mi sono visto passare davanti flash del mio passato di ascoltatore, e di lettore di riviste musicali, ed ho pensato che tale credito può derivare dalla circostanza che oggi produrre dei CD-R è probabilmente diventato figo? Ma soprattutto, dietro a questo rumore eccessivo, mi sembra di vedere la silhouette di banderuole pronte a cambiare direzione a seconda del vento che tira. Durante gli anni `80 ho letto fino alla nausea critiche e giudizi negativi rivolti a numerosi musicisti colpevoli soltanto di `avere tecnica`. Personalmente ho sempre pensato che la tecnica non sia d`ostacolo, tutt`altro, al raggiungimento di un valido risultato musicale, se pure non penso si tratti dell`unico elemento indispensabile e sebbene la qualità dalla musica non dipenda automaticamente e soltanto dalle capacità tecniche di chi la fa. Ho invece sempre ritenuto che il tecnicismo fosse un elemento deleterio, e c`è una differenza ben netta fra tecnica e tecnicismo. Quest`ultimo rappresenta infatti la tecnica utilizzata in modo fine a se stesso e non come mezzo per esprimere stati d'animo, sentimenti ed idee. Ho fatto questo inciso perchè i dischi e gli show dei Talibam! altro non sono che un esempio di tecnicismo, cioè un semplice sfoggio sterile di elevata abilità tecnica, condito per giunta con un citazionismo a `catinelle`. Dal palco però `non piovono pietre` ma i riff a catena del synth (due palle che toccano i ginocchi), la lezione imparata a memoria del batterista con tanto di giochetti da prestigiatore inscenati con le bacchette (le stesse due palle toccano i piedi), e la quasi totale influenza del sassofonista se non come elemento di decoro (ahi!!!!!!!! Me le pesto...). Dietro a tutto ciò mi sembra di vedere il vuoto assoluto... per favore ridatemi i Deep Purple che erano meno presuntuosi, meno pretenziosi, più originali e più divertenti. Non so se lo spettacolino dei Talbam! vuol essere ironico, dissacrante o cos`altro, ma in realtà non diverte, non sconvolge e finisce con l`essere soltanto noioso.
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