In un certo senso si potrebbe dire che i 3/4HadBeenEliminated siano un gruppo di successo. Ovviamente non nel senso che li vedremo a San Remo a duettare con Tricarico, nè che finiranno sul divano di MTV (ma anche questo non si può mai dire). Allora è lecito chiedersi perchè mai testate nazionali ed estere gli debitino tanti onori ed il gruppo abbia parecchi fervidi ascoltatori. Una delle ragioni può risiedere senza dubbio nella personalità dei componenti del gruppo e nella loro grande capacità di sapersi amministrare, il che mi ricorda di quando in un`intervista l`allora super top model Cindy Crawford rispondeva alla domanda «ma perchè di tantissime donne tutte bellissime, di tante modelle, solo alcune sono vere top model ed hanno il nome in copertina e non solo il corpo?» Lei rispondeva saggia: «è questione di personalità e di sapersi amministrare bene». Bene, certo paragonare le strafighe a Tricoli, Rocchetti, Pilia ed Arrabito c`entra come i cavoli a merenda, e se un giorno me li vedo nudi su The Wire prendo il giornale e lo faccio volare dalla finestra, ma in qualche modo credo che il paragone calzi. Non c`è dubbio che la loro musica sia bella, ben fatta, e che sappia trovare quel raro equilibrio tra l`essere sperimentale, utilizzando rumori di varia sorta e strutture inconsuete, ed avere un certo gusto pop, con le sue voci e chitarre melodiche, permettendo passaggi - a volte sottilissimi, altre molto bruschi - tra un ambiente sonoro ed un`altro. E già questo non è poco. In più, rispetto ai dischi precedenti, in questo troviamo perfino ritmiche dal sapore elettronico (in vero molto rare, ma su “The Religious Experience” ce n`è una da brividi), una maggiore attenzione all`uso della voce (con un falsetto a tratti fastidioso) ed un ritorno alla pulizia del suono (dopo gli strati saturi del disco su Häpna, a mio avviso il loro lavoro più debole). Quindi questo doppio/non doppio (vinile e CD contengono le stesse fonti sonore, ma mixate ed assemblate a costruire due dischi a tutti gli effetti differenti, così come lo sono la teologia e l'esperienza religiosa) è senza dubbio un gran disco, forse non così unico come da più parti conclamato (direi che è forte l`influenza di Steve Roden, per esempio), ma certamente bello. Alcuni passaggi, in special modo sul vinile, sono da brivido, mentre altri forse giocano un po` troppo sull`effetto sorpresa delle dinamiche, ma nel complesso la produzione è come sempre eccellente, i suoni puliti (anche se forse un po' troppo spesso affossati in riverberi) e la melodia sempre più presente nelle voci e nelle chitarre, a creare un insieme che seduce e spiega un altro lato della ragione del loro successo.
Unico vero neo: la confezione del CD (anche quella del vinile in realtà non è il massimo), un cofanetto in legno decorato in maniera eccessivamente naif e kitch... un po` come se Cindy Crawford si vestisse da Rosy Bindi.
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