Il compositore Hans Appelqvist è un compositore che cerca una tecnica alternativa per svolgere la propria narrazione musicale. Di fatto, la sua è una ricerca che sembra essere fondata su una sorta di messa in discussione dei parametri generalmente dati per scontati nella musica strumentale. Il suo svolgimento segue tecniche della cinematografia, laddove la musica si propone di accompagnare l`esposizione di avvenimenti e pensieri, cercando di seguirli, dilatandoli, dandogli anima. In uno spazio artistico dove suono e immagine si coniugano Appelqvist dà vita alla sua narrazione.
Bremort è il nome fittizio di una città immaginata dove gli ascoltatori prendono parte a momenti della vita delle persone di questa città . E` uno spazio della Svezia; un tempo, un luogo, un sapore svedese. Ma potrebbe essere un qualsiasi luogo dell`Europa del nord. Appelqvist compie la sua deriva in uno spazio immaginato e immaginario, reale perchè vissuto. L`album è costruito su molti piccoli episodi che non hanno nulla in comune fra loro se non il fatto di essere limitati in un breve periodo di tempo. Alcuni pezzi fungono da connettori nel senso che trasportano da una scena all`altra. In questi pezzi in particolare emergono suoni della vita quotidiana degli abitanti di Bremort.
I brani musicali veri e propri [in maiuscolo nella track list] si alternano a intermezzi quotidiani [in minuscolo], voci essenzialmente. Appelqvist usa voci realistiche e grezze, suoni materiali, spesso molesti, che immettono nella narrazione (anche musicale) veri e propri spaccati di esistenza. La musica vi si inserisce sopra, in mezzo, di sottofondo, in lontananza. Non è cercato il contrasto tra suoni, rumori e musica.Tutto si apre con note al piano, una melodia dolce e malinconica. Poi si amalgamano i ritmi, come nel `continuum` dell`esistenza. Si ha la sensazione che la soluzione ideata da Appelqvist sia quella che la musica possa essere ripresa prima e dopo essere composta, in una fase sospesa, tra la sua realizzazione e la sua ideazione, non strettamente nell`atto dell`esecuzione. Cinematograficamente, a fianco. In questo il lavoro di Appelqvist coinvolge profondamente e colpisce. E` cronaca, è sogno, è allucinazione.
Le parti melodiche, affidate alla voce e al piano soprattutto, mantengono forte il senso dell`armonia. Molti sono gli elementi classici che vi sono immessi. La combinazione di registrazioni sul campo e voci dissonanti, unite ad un tema semplice, più volte ripreso nell`album, immette perfettamente nello spazio Bremort. Non è fatto nessuno sforzo per eliminare il superfluo. E` compito dell`ascoltatore trovarsi delle spiegazioni nella struttura evidenziata di fondo, muoversi nello spazio con la cartina in mano, lasciandosi forse guidare dai segni e non dai suoni.
E` una storia quella che Hans Appelqvist racconta. Una storia che ci racconta molto. Non tutto. Ed è questo il bello di Bremort...
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