Dopo la riuscita collaborazione tra Greg Davis e Keith Fullerton Whitman, la Carpark e lo stesso Davis ci riprovano, stavolta con Sebastian Roux al posto di Whitman. “Parquet suprise” è comunque molto più impelagato nella forma canzone e in sonorità folkloristiche piuttosto che nelle derive elettroniche della precedente collaborazione di cui sopra, essendo, sia Davis che Roux, fondamentalmente due musicisti tradizionali che amano sperimentare e mischiare le carte con l`aiuto di apparecchiature digitali. Il risultato è più vicino al recente lavoro solista di Sebastian Roux uscito per la Apestaartje che alle produzioni di Greg Davis. Il disco è composto da nove acquarelli, strumentali e non, che prevedono una massiccia presenza di strumenti acustici, tra i più numerosi: chitarre acustiche, percussioni, gong, organo farfisa, basso, kalimba, violino, piano, vibrafono, mischiati e processati con computer, strumenti giocattolo, no imput mixing board, field recordings e quant`altro. Tuttavia ciò non disorienti l`ascoltatore; non siamo in presenza nè di revival folk, nè del new weird america, nè di indietronica e puttanate varie, piuttosto un nesso di congiunzione lo si può trovare con certi lavori licenziati della Fonal o della Digitalis Industries. Quindi abbiamo radici folk (le melodie alla Animal Collective affogata in bordate elettroniche in i am waiting (for december), good decision ei never met her), elettronica dronata (l`ambient di sea grasses and blue sea), minimale (il bellissimo crescendo elettronico di tidal pool, con i suoi tredici minuti, lo snodo del disco) e glitch (i giochi tra modernità e tradizione di air castle). Il disco è davvero ben equilibrato e conferma i due artisti come interessanti ibridi tra songwriters tradizionali e manipolatori elettronici. Ma il meglio dovrà ancora venire.
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