`Kranenburg Tree´

Autore disco:

Florian Wittenburg

Etichetta:

Edition Wandelweiser Records (D)

Link:

www.wandelweiser.de
www.sands-zine.com/recensioni.php?IDrec=2312

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2021

Titoli:

1) Kranenburg Tree (Part 1) 2) 1 Minute Silence 3) Kranenburg Tree (Part 2) 4) 1 Minute Silence 5) Kranenburg Tree (Part 3) 6) 1 Minute Silence 7) Kranenburg Tree (Part 4)

Durata:

27:57

Con:

Florian Wittenburg

Verdoppelung

x mario biserni (no ©)

Wittemburg si ripresenta dopo il bellissimo “Beyond The Traceries” (vedi la nostra recensione) con un lavoro di pura arte digitale. Il pretesto, o l’ispirazione, ha origine in un piccolo albero che si trova nella stazione ferroviaria di Kranenburg, una cui foto viene utilizzata come modello per disegnare/comporre, tramite un apposito software, le quattro parti in cui si suddivide Kranenburg Tree.
La conferma della Wandelweiser, quale casa editrice, e di una confezione essenzialmente bianca stanno a indicare una sorta di continuità con il disco precedente. Una continuità che viene comprovata dall’ascolto delle quattro piste, ancora votate a un minimalismo riduzionista memore di autori come Günter, Köner, Malfatti e Morton Feldman, ai quali dobbiamo giocoforza aggiungere un John Cage la cui figura viene tirata in ballo dagli intermezzi di silenzio che spaziano l’uno dall’altro i quattro brani.
L’utilizzo risolutivo del software può trarre in inganno, riguardo all’aspetto poetico, ma il motivo originario di questi quattro brani è comunque il piccolo albero, e svariate suggestioni di derivazione zen finiscono per avvolgere tutto il lavoro. Come nelle opere di Eliane Radigue o in quelle della Animist Orchestra.
“Kranenburg Tree” ci ripropone un autore dotato di una raffinatezza e una sensibilità musicali raramente riscontrabili in questa contemporaneità votata a un eccessivo raziocinio. Stando così le cose speriamo che Wittenburg conosca e faccia proprio il noto proverbio italiano es gibt keine zwei ohne drei.


click to enlarge!click to enlarge!
Data Recensione: 28/12/2022

`Twofold´ // `Made Out Of Sound´ // `Decameron´  

`All The Way Down´  

`Conjugate Regions´  

`Spiralis Aurea´  

`Black Holes Are Hard To Find´  

`Níjar´  

`Songs in Time of Plague´  

`Austin Meeting´  

`Arkinetics´  

`Shirwku´  

`Le Jardin Sonore´ // `TMR´  

`Folk! Volume 1´ // `Folk! Volume 2´  

`Ilta´  

`Sings´  

`Tempoo´  

`After The Storm (complete recordings)´  

`Virus´  

`Blue Horizon´  

`Hide Nothing´ // `BeforeThen´  

`Signals´  

`You’re Either Standing Facing Me Or Next To Me´ // `Yurako´ // `My Lord Music, I Most Humbly Beg Your Indulgence In The Hope That You Will Do Me The Honour Of Permitting This Seed Called Keiji Haino To Be Planted Within You´  

`The Soundtrack Of Your Secrets´  

`Transmutation Of Things´  

`Run, The Darkness Will Come!´ // `Fetzen Fliegen´ // `Two Sides Of The Moon´  

`Double Exposure´  

`People And Places´  

`Landscapes And Lamentations´  

`The Living, The Dead, The Sleepers And The Insomniacs´  

`White Eyes´  

`Rainforest IV´  

`In Otherness Oneself´ // `Soothe My Soul, Feed My Thought´  

`Pan Project´  

`Territory´ // `l’A Neuve´ // `Zeitweise Leichter Schneefall´  

`Hotel Colon´  

`Historic Music Past Tense Future´  

`Tourmaline´  

`Tropico Romagnolo´ // `Another Advanced Useless Machine´  

`How To Get Rid Of The Darkness´  

`1 – bis 4 - stimming´  

`Gro Mig En Blomst´ // `Skærsgårdslyd´  

`Sessione Pre Angiou´  

`Turm´  

`Rade´  

`Live Capitol Brig´  

`Qonicho Ah!´  

`Tone Sequence Evaluators´  

`Uneven Same - Saxophone Quartets´  

`Apophany´