Fattosi le ossa, così ci dicono le cronache, in alcuni gruppi torinesi di metalcore, il chitarrista Luca Borgia ha da qualche tempo optato per la dimensione solitaria. Riesco a immaginare, pur non avendo mai assistito a una sua esibizione, le sue mani e le sue dita che si muovono con autorevolezza sulla tastiera e sulle corde dello strumento, con il solo ausilio di qualche accorgimento elettronico a incicciare la pochezza sonante relativa a un one man band. Il risultato oscilla fra un paesaggismo sonoro molto frippettoso e un manuale di tecnica chitarristica. “Avvolgistanti”, bel titolo davvero, è un disco molto tecnico ma non per questo privo di anima.
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