Bandwidth è un ensemble da camera composto unicamente da strumenti a fiato: flauto, clarinetto, sassofono, fagotto, oboe e corno. Tale formazione al completo non compare però in tutte le composizioni e in St. Francis and the Birds (di Hendrik Hofmeyr) suona solo un quintetto, non c’è l’oboe, mentre in Beyond Machines and Human Fear, Space which was Never Our Frontier (di Chelsea Komschlies) la formazione è ridotta a quattro, essendo esclusi l’oboe e il corno.
I momenti più affascinanti stanno nei sette capitoli di 7 Signs You Might Be Living In a Capitalist Hellscape (Annika Socolofsky) e in Where Songs Go at Night (Anna Weesner). In entrambi i casi mi sembra di captare una forte influenza da parte di Igor Stravinsky. Influenza che, in parte, viene riproposta anche nei tre movimenti di Sextet (di Ingrid Arauco).
“Where Songs Go At Night” è un disco che ascolto con un certo piacere ma, qualora me lo rubassero, non ne sentirei affatto la mancanza.

Prossimamente: “Vurga” di Danilo Ligato; “Radici” dei Naom; “Temporal Waves” di Temporal Waves; “Catacryptico” Dei SYNC; “Farahser” di John Kameel & Nick Fraser; “Escale” di Jean-Marc Foussat, Guy-Frank Pellerin & Eugenio Sanna; “River Of January” di Rick Baitz; “Tre storie per chitarra” di Comambient; “Ice Door” di Juan J.G. Escudero; “Constellative Trio” del Constellative Trio; “What’s New?” di Califano, Tino & Marzano; “When The Crickets Sing” di Silvia Corda; “The Air-Conditioned Nightmare” del Denmon Maroney Quintet; “Galaterna” di Maj Kavšek; “Air Cake And Other Summery Occupations” di Catharine Cary; “The Shadow Carvings And Other Short Poems” di Hazy Loper; “Growth” di Matteo Uggeri ……