(etre) - il suono e la terra    (foto di imma cassese)



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Immutabile: terra & soprassaturazione

Come parlare del suono se non rimandando la sua essenza verso i segni di una finitudine che non trova sfinimento? Come `dire` l`insorgenza del suono se non TRANS-dicendo l`appena detto ed il DA-dire, il dirsi? Come far-apparire l`inafferrabile sonoro dentro il quadro sostanziale dell`immagine? Avventurarsi nelle matrici d`andirivieni prodotte dai filatoi di `serie`, che sono poi queste stesse relazioni asimmetriche, transitive, e che si districano nello spazio breve, sempre A-posteriori del `neutro`, o di un colore passivo, greve. E` tutta la realtà passiva, una enorme amplificazione che racchiude il prodotto del totale, di un totale che non guarda mai se stesso e che nemmeno può sentirsi se non cancellando continuamente la sua definizione, la sua presenza. Il suono parte sempre dal pre-originario dentro costruzioni di sequenze relazionali, che si dipanano, nel sussulto ancestrale del costituente, e che vivono il mondo come navigazioni sconcertanti, all`arrembaggio per le vie della terra. La terra è tutto ciò che tiene quel che è in quanto è. Lo tiene alla maniera dell`imprevisto monito del sonoro, non oggettivabile. Lo fa essere come solo ciò che non dura può essere; è in questa maniera della terra ogni cosa. Tutto ciò che è sussiste nell`indifferenza che la fa vivere.
L`essere si dipana in tutti i suoi susseguimenti sempre come la matrice spenta di un reattore eterno. Da qui accade, da lì scompare. Ogni elemento è un corpo senza cose, è quanto c`è in potenza. Ogni elemento è un medesimo e si nutre di ciò che è così com`è. Nel suono quel che c`è è la parola suono. Il suono non c`è. Non appartiene a niente sulla terra. C`è solo come qualcosa che è nella terra. La terra è un suono. Ed il suono è questa terra. Ciò che un suono è investe quello stretto sentiero che riconduce alla casa della cosa: raccoglimento nucleico, divisione inscindibile. Ciò che di natura riconduce le presenze all`atto stesso del presentarsi di fronte a sé, che le lega non a partire dalla loro unione quanto dalla loro presenza, è quella volontà suprema che trae punto dalla scissione, dalla divisione. Ciò che separa riconcilia, la `separazione` è il ricongiungimento dello straordinario, che come ordinariato non produrrebbe alcun movimento conciliativo. La musica trae fondamento dall`assoluto come entità intelligibile ma vive continuamente nel caos, nella separazione, e nell`antitotalità .
Le categorie della soprassaturazione: l`eccesso del mondo della musica che viene non è nè un conseguire nè un conseguente. Esso non ha legami alcuni col divenire, dato che non ce n`è se si parla di sviluppo. L`immobilità è la nuova bibbia del divenire. Niente rimane così poichè ogni cosa è già sempre così, è questo così è vuoto in presenza di sé. Tutto è già così ed il divenire è questo. Soprassaturazione è `l`aperto`, declino impervio, andante, che viene già prima di ogni chiamare. Esso è `così`: una categoria pura e semplice, che scintilla e luccica anche quando è nel minimo. L`invenzione chiede il sovrappiù, mai la follia. E la musica se non altro è il prodotto del declino del passivo.


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