Extreme (intervista a Roger Richards)    di Andrea Ferraris





Se nome e logo dell`etichetta non vi rimandano in automatico ad alcuni dischi storici è solo per motivi anagrafici, ne sono certo, anche perchè solitamente un appassionato di musica sperimentale con qualche ruga in più che gli attraversa la faccia, nel vedere quella croce di Sant`Andrea omnidirezionale difficilmente non l`associa all`effige che campeggiava su alcuni titoli storici di Otomo Yoshihide, di Jim O`Rourke, di Elliott Sharp, Phil Niblock e Muslimgauze. La Extreme ha continuato silenziosamente con un percorso “altro” dove chi come me l`aveva persa un po` d`occhio la ritrova matura, “laterale”, aliena alle logiche di mercato e sempre disposta a mettersi in gioco tanto da stampare tranquillamente nomi noti affiancati da illustri sconosciuti che vengono trattati in egual modo. La cosa sorprendente è come un catalogo già eterogeneo sia diventato ancora più prepotentemente a 360 gradi e non credo di esagerare, a buon intenditor poche parole, quindi provate a scaricarvi la compilation gratuita assemblata per promuovere le recenti uscite (http://www.archive.org/details/XLTD-010/) e ritroverete fianco a fianco il free-jazz di Mark Hannaford, l`elettronica pestona di Terminal Sound System (che per altro è la metà dei rock-doom post-industriali e mai troppo osannati Halo), il jazz alla John Lurie imbastardito di influenze aborigene di Robert Vincs, la micro-elettronica soft dei giapponesi Maju e molto altro. Il catalogo della label australiana si muove seguendo il filo di un`eterogenia così radicale da metterla testa a testa con la Tzadik e con i recenti sviluppi della Ipecac (che comunque è molto più inserita in un contesto rispetto alle altre due). Ultimo particolare e forse anche più importante visto il grigiume nel quale questa bagnarola sta sprofondando: la Extreme si concede il lusso di dare spazio a gente che immeritatamente in Italia non trova spazio. Triste ma vero, questo dimostra come qui più che altrove forse si viva in un paese in cui la popolarità di un gruppo spesso è legata allo scarso spazio delle riviste o al tamtam di un circuito ben preciso (per appartenere al quale si devono accettarne regole molto specifiche). Sia quel che sia, come avrete anche modo di leggere nell`intervista, Roger Richards ha un modo tutto suo di gestire l`etichetta tanto da farmi riflettere sul fatto che a volte sia lui stesso a spronare i suoi musicisti a spingersi “oltre”, indipendentemente dal fatto che quell` “oltre” sia una linea di confine o di andare “oltre se stessi” seguendo un “Ãœbermensch” così tanto malinterpretato. Come avrete modo di scoprire, non è un caso che quest`etichetta abbia fatto da culla per Masami Akita (Merzbow) e/o Jim O`Rourke in tempi in cui erano illustri “signor nessuno”, al di là di ogni facile retorica si tratta di una buona dimostrazione del fatto che il “niente fegato, niente gloria” dei Marines estrapolato dal contesto porti a risultati eccellenti.


intervista con Roger Richards

...Luca Formentini, Claudio Parodi ed ho sentito che hai messo sotto contratto un altro italiano: Dario Buccino. Non è pericoloso far uscire dischi di musicisti italiani sotto il profilo economico? Non sarebbe più semplice far uscire materiale di qualche americano o di un nome conosciuto come quelli che hai lanciato in passato?
Non c`è alcun dubbio che di questi tempi sia un rischio far uscire del materiale di artisti poco conosciuti. Detto questo, la Extreme è fatta per prendersi dei rischi, realizzare musica innovativa e scoprirne di grande. Non succede sempre che la Extreme sia l`etichetta giusta per un musicista. Per esempio dopo il “Merzbox” (ovvero un box che racchiude 50 cd del suddetto, maglietta e altri gadget del giapponese -ndr-) sembra difficile trovare il contesto per far uscire altra musica di Merzbow, anche se continua a piacermi quello che fa. E se per di più un artista non continua ad evolversi non c`è nessuna ragione per io cui continuare a farlo uscire, preferisco produrre un nuovo artista. All`opposto i Maju, che uscirà a Marzo di quest`anno, sono al loro album migliore. Gli artisti italiani che hanno firmato per la Extreme sono speciali, molto speciali, ed io credo che la loro musica abbia molto da offrire. Formentini, Parodi e Buccino hanno tutti un suono unico, uno stile loro e credono molto in ciò che fanno. Ciò che mi sorprende è che nessuna etichetta italiana sia stata catturata da ciò che hanno fatto! Io ovviamente vorrei che il mondo intero sentisse la loro musica e così la “divisione italiana” della mia etichetta sta crescendo al meglio.

...Non penso sia solo una questione relative alla loro musica, sicuramente è difficile negare che gli italiani non siano mai troppo disposti a supportare quello che fanno i loro connazionali. Allo stesso tempo penso sia vero che questi siano tutti musicisti ai confini della cosiddetta scena alternativa e quindi difficilmente vendibili nel loro stesso paese. Tu li vendi più o meno se paragonati ad altri musicisti come i giapponesi o gli australiani?
Hai toccato uno dei miei argomenti preferiti, dato che sono musicisti “ai confini” loro sono perfetti per la Extreme. Sono lì per fare la musica che amano, sono la loro passione e la loro originalità ciò che mi interessa. Riguardo alla vendibilità , devo dirti che di questi tempi non è facile vendere nessun tipo di musica. Dopotutto, è meglio piazzare musica giapponese in Giappone ed australiana in Australia. Essere italiano o australiano sul mercato americano non fa molta differenza, ma devo dire che il supporto arrivato agli artisti italiani su Extreme in Italia è stato fantastico e credo che sia importante per un artista prendere piede nel proprio paese. Oltre a questo ritengo che per un artista sia importante l`opportunità di suonare dal vivo nel suo stesso paese, cosa che senza dubbio ne accrescere il profilo.

Un mio amico sorpreso dall`eterogenia dei generi offerti dalla tua etichetta ha commentato che non sei troppo distante dalla Tzadik, con l`unica differenza che vieni dall`Australia e ciò aumenta il grado di “freakaggine” del tuo catalogo. Cosa ne pensi? Quali etichette ammiri maggiormente? (e non dirmi che una nazione che combina Kylie Minogue, il rugby, gli AC/DC e il cantante dei Midnight Oil come politico non guadagna lo status di freak!)
Beh, penso sia un bel complimento essere più freak della Tzadik! Da un altro punto di vista la Extreme essendo parte della mia espressione personale dev`essere sempre un po` fuori dalla zona in cui ci si sente a proprio agio ed esplorare una varietà di generi musicali. A supportare questo fatto devo dire che ho sempre pensato che l`improvvisazione jazz fosse troppo “facile”, troppo prevedibile, quindi ecco la serie Antripodean. Penso anche che il metal sia un genere con immense possibilità e non vedo l`ora di esplorarlo. Cerco di pensare a ciò che è eccitante ed al tempo stesso a ciò che è diverso da ciò che va di moda, cerco qualcosa che si prenda dei rischi di non avere un circuito di riferimento. Cerco di trovare un equilibrio fra l`emotivo e l`intellettuale dove si trova la vera voce dell`artista. Oggi oltretutto provo a spingere gli artisti di modo che diano il meglio in ogni uscita piuttosto che limitarsi a migliorare e basta, è importante che sia convinto del fatto che si tratti di musica che dovrebbe essere su Extreme più che su una qualsiasi altra etichetta. All`inizio ammiravo l`ECM, ora è diverso ma rispetto la ancora per ciò che ha raggiunto. Se la Extreme potesse realizzare l`equivalente del “Koln Concert” (Keith Jarrett) sarebbe una gran cosa. Provo a non fare troppi paragoni dato che comunque non vedo molte etichette del genere. La cosa più importante è che questo è il modo in cui vedo le cose, come credo che la label debba essere e la porto avanti curandomi poco di essere circondato dalla Minogue, dai Midnight Oil e dai “bistecconi di carne” (riferito ai giocatori di rugby)!

Hai una delle etichette sperimentali più longeve che sia rimasta dalla fine dello scorso millennio, hai fatto uscire Merzbow e Jim O`Rourke quando non erano ancora di moda. Se si fa esclusione del fatto di aver guadagnato lo status di “supergenio”, questa cosa ha portato a qualche cambiamento in termini di riconoscimento internazionale per l`etichetta? E se sono ancora reperibili questi artisti fanno ancora da traino per vendere anche gli altri titoli?
Certamente avere in catalogo nomi come Merzbow o Jim O`Rourke ha aiutato in termini di fama. Oltre a questi due c`era anche Muslimgauze che con i dischi che ha fatto per me è diventato ancora più conosciuto. Ciò che ha implicato realmente è che la Extreme abbia continuato e continui ad attrarre altri musicisti incredibili sia conosciuti che non e questa cosa mantiene la musica vitale. E` importante avere questi risultati, il numero delle volte che ho avuto giornali, gente o distributori che mi dicevano “wow! hai fatto uscire il Merzbox!” è incredibile. La gente riconosce anche che la Exterme abbia fatto alcuni dei suoi dischi preferiti come "The Night Before the Death of the Sampling Virus" di Otomo Yoshihide o "4. Film Ton" di C-Schulz. Tutto ciò non aiuta solo a vendere i nuovi artisti, infatti mi rende anche orgoglioso di ciò che l`etichetta è riuscita ad ottenere. La sfida è creare un punto di rottura e continuare a far conoscere al mondo altri splendidi musicisti.

Ma tu vivi dell`etichetta esatto? Cosa succederebbe se questo “cercare di far conoscere al mondo questi musicisti” ti costasse un`entrata sicura? Pensi davvero che il mondo sia intenzionato a “voler conoscere nuovi musicisti”?
Ormai guadagnarsi da vivere con una qualsiasi etichetta è una cosa difficile. Sicuramente se mi sedessi senza investire su nuovi artisti poteri guadagnare uno stipendio decente con la Extreme. Il problema è che comunque prima o poi arriverei ad un punto dove la spinta si esaurirebbe e non poteri più viverne. Servono nuove uscite per mantenere vivo l`interesse nei confronti dell`etichetta, così ho preso la decisione di rivitalizzarla con molti nuovi musicisti e prendendo diverse direzioni. Come conseguenza di ciò ho dovuto integrare le mie entrate con alcuni altri lavori, e quindi mi è costata un`entrata sicura e una gran carenza di sonno!.... Ad ogni modo, ritengo che sia necessario continuare a muoversi in avanti e prendersi dei rischi dato che ciò è il nodo attorno a cui ruota l`esistenza stessa dell`etichetta. Se tutto andrà bene fra qualche anno riparleremo del nuovo Jim O`Rourke su Extreme e vorrebbe dire che mi è andata bene... Riguardo all`altra parte della domanda, io penso che sì, il mondo sia sempre alla ricerca di un nuovo musicista. I generi musicali ed i nuovi artisti arrivano sul panorama musicale in continuazione e quelli veramente grandi rimarranno. Il punto è se quel musicista sarà o no su Exterme!.

Pensi davvero che la gente cerchi sul serio un musicista interessante? E` una visione ottimistica...cosa diresti se rispondessi che la maggioranza delle persone carca semplicemente “il prossimo artista coccolato da The Wire”?...Un mese fa leggevo un`intervista a Rick Rubin in cui raccontava del suo contratto milionario con una major per salvarne il bilancio e di come una delle sue prime mosse fosse stata quella di organizzare un gruppo di ragazzini che diffondesse commenti positivi su questo o quel gruppo tramite internet, sui forum. Non pensi che ci sia una gran mancanza di identità ? E quale sarà la tua prossima mossa per salvare la tua etichetta?
Io penso molto realisticamente che ci sia della gente in cerca di nuova musica e che per di più possa ritenere interessante. Certamente sono un ottimista, e concordo con il fatto che si tratti di una minoranza invece che della maggior parte della gente. Certamente i più cercheranno di sapere tramite i giornali quale sarà “the next big thing” ma questo è il modo in cui gira il mondo e non solo nella musica ma anche in campi molto diversi. Realisticamente è vero che molta gente cerca di sapere dalla Tv o dalla rete quale sarà la prossima cosa che andrà di moda. Probabilmente la domanda più importante è se la Extreme voglia essere alla moda e se sì, come arrivarci. Ad essere onesto io ho sempre cercato musica “fuori” (...o forse dovrei dire...“avanti”...:) rispetto alle mode e credo ciò si rifletta inevitabilmente in quel che l`etichetta fa uscire.
Le strategie di Rick Rubin rispecchiano il grande quantitativo di soldi che viene investito nell`industria musicale. Se non hai delle vibrazioni da qualcosa, paghi qualcuno per averle al tuo posto (l`industria musicale ha una storia molto colorita per quel che riguarda i pagamenti alle radio perchè trasmettano i loro dischi e facciano loro guadagnare posizioni nelle charts). Detto questo, non mi pare che Rubin abbia fatto qualcosa di diverso da quello che hanno fatto molti musicisti su myspace con un sacco di gente che gli crea nuovi contatti e amicizie per crearsi una maggiore popolarità .
Accidenti la metti giù in modo davvero preoccupante se mi parli di “salvare l`etichetta”! Io ho già un piano in atto per mantenerla in piedi di modo da non aver un problema del genere. L`unica barriera per far sì che tutto proceda al meglio riguarda al più la mia passione per la musica, ma per fortuna non ha ancora ceduto in quasi trent`anni! E` la mia relazione con l`industria musicale che invece ha alti e bassi. La sfida che affronta la Extreme è quella di farsi strada nei cuori e nelle menti degli appassionati di musica di oggi e di domani. Ciò che accade è che sto cercando di costruire una fama locale per ciascun artista indipendentemente dal fatto che esso sia italiano, giapponese o australiano. Funziona, ma ci vuole un po` di tempo, se andrà bene per la fine di quest`anno dovrebbe già dare i suoi risultati.

Avendo un`etichetta sperimentale che cerca di spingere il proprio catalogo più in là , dove pensi stia andando la musica oggi? Intendo dire, alcuni anni fa il punk è stato “recuperato”, dopo è toccato alla new wave ed al post punk, poi al rock, ultimamente al doom ed al rumore inteso come musica industriale e power-noise...cosa ci sarà dopo?
Questa fino ad ora è stata la domanda più difficile! Essendo ottimista mi piacerebbe pensare che ci stiamo dirigendo verso tempi in cui verranno apprezzati musicisti di grande calibro che parlano al cuore ed alla mente. Lì è dove si trova ora il nostro catalogo e mi piacerebbe costruirci sopra. Realisticamente, io devo pensare che la gente vorrà essere un poco illuminata, dico ciò in virtù del fatto che l`economia globale confonda le acque un po` in tutto. Se devo esprimere una previsione direi che la prossima cosa a diventare di grido potrebbe essere il lato più commerciale della musica industriale: la dance industriale. Certamente si tratta di un genere che non è mai scomparso, ma è come se fosse stato congelato per un po` e sembra che questo sia il nuovo ciclo. Invece in una prospettiva diversa io sarei il primo ad ammettere che mi piace l`euforia di ascoltare e sperimentare grande musica. Qualunque musica verrà , spero che sia qualcosa che mi piacerà sia dal vivo che su disco.

Di recente sentivo che Kandinsky parlava del fatto che fosse inevitabile affrontare un baratro che divide opera artistica dai suoi fruitori. In qualche modo gran parte dell`arte e della musica del ventesimo secolo ha seguito questo percorso. Non pensi che in questo ci sia una sorta di elitismo? So che ami molto il cinema di Pasolini, ma non pensi che la gente della classe lavoratrice fosse la meno motivata a vedere i suoi film? Cosa diresti se qualcuno ti accusasse del fatto che molti dei tuoi musicisti intellettualizzano esageratamente i loro lavori e facendo ciò finiscano per essere antisociali.
Sicuramente c`è una specie di elitismo là dove l`arte non è capita dall`audience. Penso che sia una delle cose che si debba tener presente in tutta la musica sperimentale. Ciò non significa che un pezzo musicale sia per questo meno valido, ma necessita semplicemente che si valuti a chi interesserà quel lavoro. Io forse sono in contraddizione con una parte della musica del mio catalogo dato che ritengo che la grande musica venga dall`anima e dal cuore. Questo l`ho realizzato maggiormente negli ultimi anni e si manifesta sempre di più in alcuni album che riguardano più la performance del musicista invece che solo la “composizione”. Ciò che cerco di realizzare è la musica che sia allo stesso tempo influenzata da Xenakis e dagli aborigeni invece che un disco da cui emerga semplicemente un esercizio di tecnica. Pasolini secondo me spesso ha articolato argomentazioni che non erano così importanti per la maggioranza della classe operaia, d`altronde alla gente per poter esplorare e capire i concetti che lui rendeva in modo così vivido sullo schermo, sarebbe servito aver soddisfatto quei bisogni fondamentali di cui parlava Maslow nelle sue categorie dei bisogni primari. Ad ogni modo io penso ancora che ci fosse un fremito e un gran realismo delle emozioni nei suoi film e forse questo può ancora essere abbracciato da un qualsiasi pubblico. Sarebbe splendido se ci fosse un test oggettivo per vedere quali artisti stiano intellettualizzando troppo i loro lavori e non c`è dubbio che ciò sia antisociale. Non credo che quest`ultima cosa riguardi troppo gli artisti Extreme, ma sono anche convinto del fatto che ogni ascoltatore abbia il suo diritto a criticare o di supportare la musica come preferisce. Quella che faccio uscire io ovviamente mi sembra buona e ciò è l`unica cosa che mi interessa, la sfida è trovare un pubblico che la pensi allo stesso modo.

Qual`è stata la più grande sorpresa da quando hai iniziato con l`etichetta? E la peggiore (e non essere timido, in ogni etichetta c`è un musicista del quale puoi dire “mi spiace di averlo fatto uscire/di averci collaborato”)? E per ciò che concerne i parenti amici o ex compagni di scuola: qualcuno di loro ha mai comprato dei tuoi dischi e che tipo di commento ti hanno lasciato?
La sorpresa più grande è stata completare il Merzbox!, la peggiore è stata quella di perdere moltissimi soldi quando la Dutch East India Trading è crollata e si è portata dietro quello che mi doveva per il Merzbox!!!. La maggior parte dei miei amici che non sono così vicini pensa che la musica della Extreme in qualche modo mi renda “strano”. Io qualche volta credo che abbiano ragione perchè devi avere qualcosa di diverso nella tua personalità per connetterti con musiche diverse.

Come ti vedi e come vedi l`etichetta nell`ordine di vent`anni?
La vedo come un`etichetta che aiuta i musicisti a raggiungere ciò che vogliono realmente esprimere con la loro musica. Non penso neppure che sia troppo legato al formato in cui essi escono che mediamente è digitale, ma intendo dire che gli do un mezzo ottimale per raggiungere l`audience adatta alla musica che fanno. Potrebbero essere concertisti, produttori di colonne sonore per videogiochi, o musicisti di strada, non mi importa molto, ciò che conta è che mi piaccia la musica e che condivida con loro la gioia di creare musica veramente meravigliosa.



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