Daniele Brusaschetto (intervista)    di Andrea Ferraris




Brusaschetto è il classico esempio di fuoriclasse che passa dalla porta di servizio, pur non essendo un fan di tutte le sue produzioni, non ho mai ascoltato nulla in cui fosse coinvolto che non risultasse quanto meno interessante o molto, molto coinvolgente, in altri casi si è tratto di amore al primo ascolto. Se ben mi ricordo, ho sentito parlare di lui per la prima volta parecchi anni fa, avevo avuto modo di vedere dei live del periodo di "Mamma fottimi" grazie ad una videocassetta dove il nostro eroe, suonando sostanzialmente noise basso-batteria-chitarra risultava come una mosca bianca in mezzo a gruppi hard-core e post hard-core (questo per confermare che c'era gente che si spingeva oltre quando manco si sapeva dov'era la linea di confine). Quando era ancora immerso "anima e core" in paesaggi sonori noise, post-industriali, poi ho avuto modo di ascoltarlo in veste "alternative-pop" super elegante, di vederlo improvvisare, suonare con Bruno Dorella, con i Larsen, ed infine di vederlo remixare gli Ovo in modo splendido, tanto che per quel che mi riguarda, in quest'ultimo caso ha assemblato uno dei migliori dischi che ho ascoltato negli ultimi due anni. Se per molti musicisti il sapersi destreggiare all'interno di un genere è un fine: per Brusaschetto non è che una delle tappe, forse proprio come quelle di quel tour in treno di cui fa menzione in una delle risposte dell'intervista. Silenzioso, sempre competente per ciò che concerne la produzione dei suoi lavori e nel perseguimento del risultato sonoro adeguato, il musicista torinese continua imperterrito a seguire il suo personale percorso di crescita musicale, senza prestare troppa attenzione a quello che gli succede intorno. Si tratta di un uomo volontariamente segregato in una forma di autismo, un solipsismo apparente tanto che non si trova mai "arretrato", semmai "spostato" rispetto a quello che stanno facendo molti altri e per altro come dimostrato dalle sue innumerevoli collaborazioni. Questo ragazzo sabaudo non ha certo bisogno di un avvocato delle cause perse che ne prenda le difese, prestate una minima attenzione alla sua produzione e potrebbe riservarvi delle scoperte sorprendenti.


“Mamma Fottimi”, “Paturnie”.. Quando hai iniziato? E quanti generi hai toccato? E perchè nonostante il livello notevole di molti tuoi lavori molti ti conoscono solo di nome? Solo questione di promozione e/o forse causa di una discografia “troppo” eclettica..
L'intenzione di produrre musica in solo è nata tra il 1994 e il 1995.
A quei tempi suonavo con i Mudcake, i Whip e svariati progetti estemporanei. Da allora ho seguito in piena liberà i miei istinti di ricerca e contaminazione proponendo albums anche molto diversi tra loro.
Non sono in molti a conoscermi, sicuramente l'amore per l'eterogeneità non mi ha aiutato. In più sono un pessimo "imprenditore di me stesso"...

... Eppure hai collaborato a più riprese con gente conosciuta come Larsen, Ovo... Anzi in merito a questo Dorella, oltre a fare uscire i tuoi dischi, si è sempre dichiarato un fan di quasi tutta la tua produzione. Com`è possibile che tu sia uno sconosciuto di lusso che piace alla gente che piace e tutto ciò pur abitando in una città come Torino... Oppure proprio perchè abiti a Torino? Torino è ingrata? “Torino città di merda, dove non succede mai niente” come cantavano i Rough”? O Torino alternative-patinata con Subsonica e Linea 77?
Non ne ho proprio idea.. Ricordo che nel periodo in cui Bruno Dorella suonava con me, tra il 2000 e il 2003, mi faceva spesso la stessa domanda. Mi chiedeva scherzosamente: "hai mica fatto dei torti a qualche altolocato della musica?". Anche allora non sapevo cosa rispondere..
A parte il bestemmiare non ho mai invocato invano dei "pezzi grossi"..
Credo..
.. Torino, città amata-odiata.. Grembo dell'epopea metalmeccanica italiana, culla di un fertilissimo underground artistico. Molti i sommersi e pochi i salvati. Il Po continua a scorrere e io proseguo per la mia via.

Wow in una frase hai menzionato i "Sommersi ed i salvati" di Levi ed il Po, manca solo Pavese, a `sto punto continuando in linea con Torino perchè tutta questa musica depressiva (che forse è il fil rouge che unisce tutto quello che hai fatto)? Infanzia problematica? Metallaro brufoloso da adolescente? O troppo emocore negli anni in cui l'indie erano i Jawbox??
.. Grazie a Primo Levi per la sua esistenza..
Metallaro brufoloso da adolescente assolutamente si!
L'emocore invece l'ho totalmente saltato, dal metallo sono passato a Godflesh, Primus, John Zorn etc etc..
L'infanzia è trascorsa senza troppi scossoni. Orgoglioso figlio della classe operaia, mio padre può vantare una militanza di 35 anni in FIAT.. un eroe!! Con la famiglia ho vissuto nella periferia nord di Torino, un gruppo di palazzoni denominato macabramente "case FIAT".. Ad un centinaio metri dal famosissimo "Toxic Park". Il sabato e la domenica c'erano le scampagnate in provincia di Asti, a casa dei nonni.
Percorso scolastico irrilevante, scarso impegno ed eccessiva emotività . Ovviamente ribelle nell'adolescenza.. Ma con discrezione.
Musica depressiva.. E` indubbiamente il filo conduttore delle mie produzioni discografiche.
Buttarmi a capofitto negli angoli più reconditi e oscuri delle pieghe cerebrali è la mia passione, credo da sempre.

Ultimamente sono rimasto colpito dal tuo disco di remix degli Ovo, quasi in contrasto con i tuoi lavori solisti che sono ai limiti del cantautorato elegante imbastardito di elettronica morbida. Poi hai suonato noise, improvvisazione mezza industriale, etc. Cosa ti piacerebbe fare/suonare che non hai ancora fatto? E/o con chi vorresti collaborare nell'eventualità ?
L'album di remix OvO ha avuto una lunga gestazione, circa 5 anni.
Iniziai con un paio di brani messi su d'istinto, poi l'intero lavoro ha iniziato a prendere corpo e acquistare un senso preciso. Ho voluto mettere in risalto gli aspetti più metal/grind e industrial/noise del duo.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, il mondo è vastissimo, mi piacerebbe fare un'innumerevolità di cose musicali..
Collaborando con chiunque riesca a darmi degli stimoli per continuare ancora a produrre dischi.

Immagino che, come molti torinesi, tu sia cresciuto fra i concerti fatti all'Hiroshima ai Murazzi e ad El Paso. Ora tutto è passato più al mondo dei locali come Spazio 211, United Club, Festival Estivi. Non che sia mai stata "morta" ma negli ultimi anni un minimo di "risveglio" torinese c'è stato. Che tipo di influenza ha avuto sulla "scena musicale"? E anche se sei uno un po' esterno fai parte anche tu per un minimo di un circuito o sbaglio?
E` rarissimo che la sera esca fuori casa per andare a vedere un concerto. Lo faccio essenzialmente quando si esibisce qualche amico.
Mi è capitato di andare allo Spazio211 e all'United, sono posti che mi piacciono molto e propongono una marea di serate musicali di qualità .
Il loro lavoro ha avuto sicuramente una ricaduta positiva sulla "scena musicale" torinese. .. Io temo di essere un outsider totale..

Vista la poca promozione che fai di te stesso ed il tuo carattere schivo mi domando cosa vorresti ottenere con la tua musica. Immagino tu non disdegni la fama, ma non mi sembri uno che ambisce realmente ad averla.
Semplicemente la musica è una delle cose che mi dà più soddisfazione fare nella vita. .. E` la mia salvezza e la mia ossessione.
Debbo dire, ad onor del vero, che fino al mio terzo disco mi sono dato un gran da fare in quanto a promozione e ad organizzazione concerti.
Per 6-7 anni ho dato anima e corpo.. Ho provato con tutte le mie forze a realizzare qualcosa di "concreto". Lavoravo in una cooperativa per sopravvivere e pagarmi la stampa dei cd e la strumentazione..
Praticamente un doppio lavoro full-time, da giovani ce lo si può permettere. Poi le energie sono venute meno e ho rinunciato alla guerra contro i mulini a vento.. Ripensarci mi fa ancora venire su uno sbuffo di rabbia.. Ma così è andata...
Ora vivo la musica con relax fatalista. Faccio quello che mi piace, come riesco, senza particolari aspettative di feedback.
Mettendola sul romantico potrei dire di produrre musica come omaggio al lato effimero del nostro passaggio sulla terra.
.. Continuo a lavorare per la stessa cooperativa di 15 anni fa..

Qual è la più grande soddisfazione che ti ha dato suonare o produrre la tua musica? E quale la peggiore delusione?
Una delle più grosse soddisfazioni è stato il primo Tour corposo in Europa, nel 1999, insieme a Mirco Rizzi alla chitarra (ora Ashtool) e Marco Schiavo dei Larsen alla batteria. Gli spostamenti interamente effettuati in treno: Francia, Belgio, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Norvegia, Italia. Non dimenticherò mai il viaggio di ritorno a casa, 44 ore da Oslo.. Naturalmente le cuccette sono state solo un sogno per tutto il giro.. Delusioni ce ne sono state.. Ma per una volta preferisco pensare positivo e ometterle tutte.

Oltre a Spaccamonti ho notato che negli ultimi anni ti sei anche trovato a fare il produttore e per altro con ottimi risultati: non hai mai pensato di farne un lavoro? E soprattutto in base a cosa scegli i gruppi o i musicisti da produrre?
Ti ringrazio molto per i complimenti. Non mi dispiacerebbe fare il produttore a tempo pieno.. Un problema sarebbe possedere la strumentazione adeguata e il luogo. Se si punta a viverci, occorre proporsi professionalmente.
Per iniziare bisogna avere un bel po' di euro da parte.. Poi mettere in conto la concorrenza e la sempre più scarsa richiesta di tecnici del suono, ormai chiunque è in grado di arrangiarsi a casa con un pc a budget ridottissimo. Sento spesso parlare di studi che vengono su dal nulla per fallire dopo pochi mesi.
Con Paolo Spaccamonti nacque tutto inaspettatamente. Mi contattò, un giorno di un paio d'anni fa, mi disse che gli piaceva la musica che facevo e come la registravo. Mi chiese di produrgli dei brani. Ascoltai attentamente le sue tracce, accettai e ci buttammo in quest'avventura. Sono molto soddisfatto e fiero di ciò che ne è uscito.
La scelta di artisti/bands dipende da innumerevoli fattori che sinergicamente fanno scattare l'interruttore della collaborazione.

Facciamo un salto indietro... Credo che tu sia stato uno dei primi in Italia che abbia iniziato a fare roba più o meno noise anche influenzata da roba di Broadrick e dei Godflesh, ora nelle ultime produzioni - se si esclude il disco di remix degli OVO - sei al confine fra elettronica e cantautorato, mentre c'è gente che tramite Isis, Neurosis e Jesu sta andando in territori che tu calcavi circa una decina di anni fa. Che effetto ti fa? E soprattutto c'è una scelta conscia e quale motivo nello spostarsi rispetto a quello che stanno facendo gli altri?
Nessun effetto particolare, ognuno batte la propria strada.
La scelta conscia sta nel seguire il mio istinto, il cuore, il cervello. Sembra banale.. probabilmente lo è.
"Blasé" è stato l'apice di questa implosione cantautorale, album di brani già editi rivisti à la crooner, così come li ho proposti dal vivo negli untimi anni.
Il prossimo disco uscirà in autunno, sarà un nuovo ciclo.

Un nuovo ciclo in che senso. Inizia a raccontarcelo. E soprattutto perchè cambiare quando c'è gente che continua a fare lo stesso disco per anni, forse questa domanda è più legata alla tua vita personale, perchè spostare il baricentro?
Come dicevo precedentemente, mi piace variare la rotta da disco a disco. Credo sia semplicemente una questione di attitudine, alcuni scelgono di non applicare mai modifiche alla propria musica e, non per questo, la loro proposta è necessariamente meno interessante.
Probabilmente, spostare il baricentro aiuta a sentirsi meno falliti..
E più liberi.
Nuovo ciclo, canzoni più ossessionanti, meno forma canonica, più rumore, la solita idiosincrasia per la melodia e amore per la dissonanza. Una persona che ha già ascoltato il nuovo album l'ha inaspettatamente definito "trip hop ultra deviato".. (!?).


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