La forza dell’abitudine è difficile da estirpare. Inserendo nel lettore un CD come questo, prodotto da un quartetto classicamente jazz (sax tenore e clarinetto, pianoforte, contrabbasso e batteria), mi aspetto di sentir uscire dai diffusori qualcosa come A Love Supreme o My Favorite Things. Il titolo, che sta come costruzione, decostruzione e ricostruzione, dovrebbe però mettere sul chi va la e, in aggiunta, le note che accompagnano il disco riferiscono di un’ispirazione nella musica dei compositori francesi Gérard Grisey e Tristan Murail, cioè nella cosiddetta musica spettrale. Non conosco questa corrente musicale ma ho voluto di proposito riportare il ragguaglio di modo che il lettore musicalmente più acculturato possa farsi un’idea, seppur vaga, del contenuto di questo CD. Un altro aspetto, meno teorico e più tecnico, riguarda l’utilizzo da parte del pianista, e autore di tutti i brani, Piergiorgio Pirro di un sistema di controllo MIDI tecnologicamente avanzato qual è il LinnStrument. Ce n’è abbastanza per rendere questo disco appetibile presso gli ascoltatori più curiosi.
Restano da dare le coordinate del quartetto: il leader Piergiorgio Pirro ha origini italiane pur risiedendo a Bruxelles, il batterista Luis Mora Matus è cileno, il sassofonista Sam Comerford è irlandese e il contrabbassista Cyrille Obermüller è belga.
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