Pop dell`Arte    di e. g. (no ©) (special thanks to Nuno Moita)



Anche se una bizzarra sorte li ha ridotti ad essere ricordati, in poche righe, come il gruppo in cui mosse i primi passi un ancor acerbo Rafael Toral, i loro meriti vanno ben oltre a questo, pur non insignificante, particolare.
I Pop dell`Arte si formarono nel 1985, per iniziativa del cantante João LuÖs Guerreiro Peste, con una formazione a quattro che comprendeva inoltre Zè Pedro Moura (chitarra) - in seguito nei Mão Morta, Paulo Salgado (basso) e Ondina Pires (batteria). Presto ci furono però degli avvicendamenti con l`ingresso di Rafael Toral, del batterista LuÖs San Payo e con lo spostamento di Pedro Moura al basso. Il nome lascia supporre un riferimento alla Pop Art, che in effetti c`è, amplificato però all`esperienza di tutte le avanguardie artistiche del Novecento, soprattutto Fluxus, Futurismo, Dadaismo e Surrealismo (“Ready-Made”, titolo di un mini-LP, è un termine usato da Duchamp per indicare opere realizzate con oggetti reali, non prodotti con finalità estetiche, e presentati come opere d`arte). Tracce di tale inclinazione fanno capolino anche in alcune canzoni: Querelle, il cui titolo è chiaramente ispirato al “Querelle de Brest” di Jean Genet, e Pound By Pound, con testo tratto dall`opera di Ezra Pound, sono gli esempi più immediatamente accessibili. Ezra Pound era anche il nome di un gruppo nel quale João Peste aveva militato prima di dare vita ai Pop dell`Arte (un`altra formazione degli inizi si chiamava Loucura).
Il cantante ha un secondo ascendente nella mitologia rock, quella che va da Jim Morrison a Johnny Rotten, passando magari per Marc Bolan e Janis Joplin (un`altra canzone del gruppo si intitola Janis Pearl), ascendente fondato soprattutto su quei fili che legano i miti giovanili di fine secolo alla Pop Art.
Da questo connubio polimorfo nasce una musica unica per aspetto, colore ed illustrazione. La struttura delle canzoni è stranita, spezzata dall`utilizzo di nastri e campioni, tanto che il titolo del primo album sembra una fin troppo consueta dichiarazione di libertà , laddove le scelte del gruppo danno piuttosto l'impressione d`essere libertarie quando non libertine. I testi, poi, paiono essere spesso in preda al nonsenso, filastrocche in cui viene ripetuta la stessa frase senza una logica apparente se non quella di vagliare le possibilità espressive offerte da quella frase stessa, in una sequela che fa pensare agli “Esercizi di stile” di Raimond Quenau. La voce finisce così per essere l`elemento guida, ciò che distingue e caratterizza la musica del gruppo, che ne perfeziona le strutture, che ne pittura le sembianze, che ne modella le rifiniture, ora un lamento alla Morrissey, ora pomposamente elegante alla Tim Both, ora teatrale alla Lydon, ora profondamente confidenziale alla Cave, una voce che sa lanciarsi nel vocalizzo scat, sa ripiegarsi nel canto a cappella, sa distendersi nell`elegia gregoriana, sa danzare al ritmo della melodia latina.
Nell`arco di un ventennio il gruppo ha realizzato solo due album lunghi, se così vogliamo considerare i trentacinque minuti di durata, più alcuni mini, EP e singoli. Una produzione veramente minima, anche tenendo conto di una breve interruzione in cui il cantante è passato alla guida dei João Peste & Acidoxi Bordel, che crea intorno alla formazione un alone di leggenda.

Il mini-CD “So Goodnight” (2002) è l`unico disco del gruppo recuperabile con una certa facilità , quindi mi sembra buona regola parlare innanzi tutto di esso. Si tratta di un lavoro che non è stato molto apprezzato dagli aficionados storici del gruppo, eppure a me sembra un piccolo gioiello di arte trasversale. Certamente è un disco dall`impostazione più classica, in linea di massima, rispetto a quelli che l`hanno preceduto, eppure brilla come oro all`interno di un settore, quello della musica pop, che in tempi recenti si è limitato a produrre montagne di clichè (non so come altro definire roba tipo White Stripes). Mrs. Tyler inizia con un brevissimo intervento vocale che potrebbe essere tratto da un disco di Beefheart, per poi stemperarsi immediatamente in un malinconico walzerino. Tolto l`intermezzo noise alla Cop Shoot Cop, con campioni dal “Mago di Oz”, The Witch Queen Of The U.S.A. di Zè Pedro Moura e il semirecitato ubriaco della splendida Pound By Pound, una canzone che potrebbe benissimo appartenere ai Pere Ubu dei tempi d`oro, il disco è incanalato in una linea da consumato crooner, quasi fosse il Nick Cave dell`ultimo periodo, mondato però da un`eccessiva dose di pomposità , e pedanteria, che reso la credibilità dell`australiano praticamente nulla. La saudade di fondo è poi sicuramente meglio interpretata dal portoghese, con il suo tocco di autenticità , che non dall`ex Birthday Party. Little Drama Boy chiude alla grande il disco, a tempo di marcia, in un interpretazione teatrale che nulla ha da invidiare ai grandi interpreti del passato.
E` “Free Pop”, uscito dopo un EP e un singolo, a mostrare la reale consistenza dei Pop dell`Arte, con il suo titolo che richiama l`idea del colemaniano “Free Jazz” e la voce camaleontica di Peste che fa pensare ad alcuni gruppi, all`epoca in auge, del pop inglese quali gli Smiths (Berlioz) o i James (Rio Line). La struttura dei brani volge però in tutt`altra direzione, tanto che il suo contesto ricorda da vicino alcune cose dei Butthole Surfers e, ancor più, dei giapponesi Hikashu. Frantumata e ricostruita, a volte riciclata, si riduce all`utilizzo di canovacci in disuso e finanche kitsch. Alcune canzoni emergono sulle altre, a dispetto di un`eccellenza generale, ma solo a causa di piccoli particolari in grado di fissarle nella mente con maggiore solidità : Avanti Marinaio, stralunata ballata acustica persa fra chitarra, rumore di risacca e grida di gabbiani; Dell`arte je m`enroque, incredibile montaggio di voci, scoppi di risate, ecc.; Turin Welisa Strada, specie di inno stradaiolo in odore di punk rock; Bladin, incubo dallo svolgimento drogato; Poligrama, funk da sanatorio che anticipa alcune tendenze dei primi anni Novanta; e Juramento Sem Bandiera, con citazione della loureediana Walk On The Wild Side, che fa rivivere in chiusura lo spirito teatrale del miglior Jim Morrison.
Dopo “Arriba! Avanti”, che raccoglie i primi singoli più alcune versioni demo di brani editi, e dopo il mini-LP “Ready-Made”, con Janis Pearl e The Ballad Of Lilly-Ho, e al quale collabora ancora Rafael Toral in veste di produttore, esce il secondo disco lungo del gruppo, questa volta in formato CD, che in Portogallo viene considerato uno dei migliori dischi portoghesi di sempre.
“Sex Symbol”, inciso per una major e vagamente influenzato da fenomeni come electropop e hip hop, appare invece un po` discontinuo, non tanto per la qualità quanto per la varietà di modelli seguiti. All You Need Is Money e, soprattutto, My Funny Ana Lana sono gli accattivanti brani che aprono il disco con una funzione trainante. Ma le perle si celano altrove, nella lunatico folk per folletti alieni , in Moon In Your Room dove la sola voce si libera senza accompagnamento strumentale, in A Sex Machine, molto Suicide (se non Pan Sonic), in Be Bop, che il titolo spiega da se, e in Poppa Mundi, resa molto bohémien da una fisarmonica e dal cantato in francese. L'abbandono di Toral, che ha preso il volo per altri lidi, è compensato dalla presenza, in alcuni brani, del trombettista Sei Miguel. Il disco, invece del lancio in grande stile, rappresenta una battuta d`arresto, vuoi perchè il pop del gruppo viaggia in ogni caso sempre controcorrente, vuoi per la difficoltà d`affermazione al di fuori dei confini nazionali che perseguita i gruppi non inglesi o statunitensi, vuoi per i problemi, dovuti ai vari eccessi, che affliggono il leader.

Anche se può sembrare strano, per un gruppo che fa canzoni, i Pop dell`Arte hanno sicuramente rappresentato un`influenza e un punto di riferimento per tutta scena sperimentale portoghese. Se non altro perchè l`attività di João Peste come musicista è stata affiancata da quella di discografico, alla guida della storica etichetta indipendente “Ama Romanta” per la quale, oltre agli stessi Pop dell`Arte, hanno inciso Mão Morta, Sei Miguel, Nuno Canavarro e Tó Zè Ferreira. Un pezzetto di storia che rappresenta la base stessa della musica indipendente portoghese.



Discografia

Pop dell`Arte
Querelle / Mai'86 (EP 12'', Ama Romanta, 1987)
Sonhos Pop / Esborre (Singolo 7'', Ama Romanta, 1987)
”Free Pop” (LP, Ama Romanta, 1987)
”Illogik Plastik” (EP, Ama Romanta, 1989)
”Arriba! Avanti” (Raccolta, Ama Romanta, 1991)
MC Holly / 2002 (EP, Ama Romanta, 1991)
”Ready Made” (Mini-LP, Variodisc / Ama Romanta, 1993)
”Sex Symbol” (CD, Polygram, 1995)
”So Goodnight” (Mini-CD, Candy Factory, 2002)

João Peste & Acidoxi Bordel
“João Peste & Acidoxi Bordel” (EP, Ama Romanta, 1990)

(i titoli 3, 5 e 7 sono stati ristampati in CD dalla Candy Factory negli anni 1999-2000)



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