red crayola    di e. g. (no ©)





`God bless the Red Crayola and all who sail with it`: la divinità , se dovesse accogliere quest`invocazione, andrebbe incontro ad un lavoro spropositato, dal momento che sono stati davvero in tanti a veleggiare, magari anche solo per un breve tratto, nel vascello timoneggiato da Mayo Thompson.

La navigazione iniziò ufficialmente nel 1966, in compagnia di Frederick Barthelme, seppure ci fosse stata una fase preparatoria nella quale la testa del protagonista, a giudicare dalle tante idee percepibili nei primi documenti disponibili, doveva essere come una pentola a pressione in piena ebollizione, o un vulcano che - stando almeno ai contatti che il nostro continuerà ad allacciare, con Morton Feldman, John Fahey, Kaleidoscope, United States Of America... - continuerà a deflagrare anche quando la pietanza Red Crayola sarà pronta per essere servita.
Dopo un via vai di nomi come Bonnie Emerson, Danny Schact e Mark Froman, la formazione si assesta infine a trio con l`ingresso di Steve Cunningham, un roadie dei 13th Floor Elevators, ed è il marchio texano International Artists su cui incidono questi ultimi - la più importante etichetta indipendente americana degli anni Sessanta, insieme alla ESP - che pubblicherà i primi due dischi del gruppo. Cosa ci stanno a fare i Red Crayola in un catalogo tipicamente rock, accanto a 13th Floor Elevators, Golden Dawn, Lost & Found, Bubby Puppy, Thursday`s Children e Endle St. Cloud? Tutto e nulla. Tutto, se consideriamo che il gruppo ha un`impostazione volutamente rock - seppure sghemba - e i brani sono segnati da melodie trasognate e, indubbiamente, psichedeliche. Nulla, se pensiamo che le ambizioni dei Red Crayola vanno oltre, fino a toccare lidi ancora (dal rock) quasi inesplorati quali il rumorismo, l`elettronica, l`elettroacustica e concezioni compositive aleatorie. Mayo Thompson è stato fra i primi ad intuire quanto ci fosse di rivoluzionario nel liberare la sperimentazione dalle gabbie dell`accademia per farne una pratica squisitamente popolare.
“The Parable Of Arable Land” (1967) è uno dei dischi più importanti della sua epoca ed è estremamente rappresentativo, fin troppo, di quanto è stato fin qui affermato. Sono convinto che non sempre i precursori sono i migliori e, pur essendo necessario conoscere ed apprezzare la loro opera, vale la pena di ravvisarne le lacune. Il debutto discografico dei Red Crayola, pur presentando alcuni macroscopici difetti, è stato trattato con occhi fin troppo benevoli. Il disco, attribuito a The Red Crayola With The Familiar Ugly, si divide in due parti ben distinte, seppure ognuna delle due parti sia divisa a sua volta in più brani che finiscono con l`alternarsi e l`incastrarsi vicendevolmente. Da una parte ci sono le `canzoni` del gruppo (1) e dall`altra le improvvisazioni dei Familiar Ugly, in pratica amici e conoscenti, che allestiscono delle vere e proprie orge sonore utilizzando ogni bendiddio capiti loro a portata di mano. Se le canzoni sono splendide e racchiudono, nella loro `stralunata follia`, elementi che vanno ben oltre la corrente psichedelia, fino a rappresentare un`influenza per numerose correnti future, le Free Form Freak-Out, prese singolarmente, lasciano un po` il tempo che trovano e danno l`idea di vivere in funzione delle prime. Un disco che contenesse soltanto le canzoni funzionerebbe in maniera altrettanto incisiva mentre un disco con le sole improvvisazioni collettive finirebbe fra le curiosità inascoltabili. L`accusa da rivolgere al gruppo è quindi quella di non aver saputo amalgamare i due mondi in `una` forma musicale unitaria ed insolita. Non voglio certo togliere al disco la sua aura di capolavoro, voglio solo dire che si tratta di un capolavoro che poteva riuscire meglio. Ma soffermiamoci un attimo sulle canzoni, come detto splendide, che sono portatrici di archetipi all`epoca piuttosto inediti: se di psichedelia si tratta, e lo è certamente, si manifestata comunque in una forma malata e foriera d`angosce. Tanto che la musica del gruppo fa pensare più a Tim Buckley e ai Velvet Underground che non ai campioni del sogno californiano (2). Il disco può così vantare una numerosa figliolanza, che nell`immediato è rinvenibile soprattutto nella di lì a poco nascente `kosmiche musik`.
Le intuizioni del gruppo, come detto, non furono solo queste e la prova concreta si nasconde in un secondo disco rifiutato dalla International Artists, ma del quale si possono trovare tracce in “Coconut Hotel”, un CD contenente materiale d`archivio pubblicato nel 1995 dalla Drag City, al cui interno ci sono gli incredibili 35 One-Second Pieces. I `pezzi da un secondo` muovono da un`idea opposta al 4`33” di John Cage: in Cage il concetto era quello di dilatare il silenzio mentre per Thompson & Co era quello di comprimere il suono; va da se che il risultato dei due concetti è eguale a due linee parallele, cioè è destinato ad incontrarsi, all`infinito, nel silenzio assoluto. I guai del gruppo non terminano con il rifiuto del disco da parte dell`etichetta, ma proseguono con l`abbandono di Cunningham e la denuncia della Crayola, ditta produttrice di matite, che rivendica con successo una maternità sul nome. Si tratta di uno dei casi più clamorosi, a proposito di copyright, che abbiano coinvolto un gruppo musicale (3). Thompson sarà stupidamente costretto a cambiare il nome in Krayola, ma tale sentenza avrà valore solo per gli Stati Uniti mentre per le altre pubblicazioni il gruppo potrà continuare ad avvalersi della denominazione originaria (4). Questi fatti porteranno ad un breve periodo di sbandamento, risolto poi con l`ingresso nel gruppo del batterista Tommy Smith e la pubblicazione del secondo LP.

“God Bless The Red Crayola And All Who Sail With It” (1968), a differenza del suo predecessore, è un disco ampiamente sottovalutato. Se può apparire meno originale del precedente, per struttura e idee che lo animano, è alla fin fine più riuscito ed ancor più influente, soprattutto in quel ciclone, non ancora concepito, che sarà la new wave. In tale senso è materialmente avvertibile lo spostamento verso un certo art-rock di foggia europea. Il difetto del disco, se difetto ci dev`essere, è quello della troppa carne al fuoco, tanto da suonare come un concentrato di tutte le intuizioni degli anni precedenti: dall`idea dei One-Second Pieces (i brani hanno una durata che va dai quasi tre minuti ai cinque secondi) a quella di una musica fatta da `non professionisti` (ai cori ci sono 9 amici, dei quali nelle note di copertina viene riportato soltanto il nome). Si tratta di un disco sospeso fra cantautorato folk, improvvisazione jazz, tradizioni popolaresche, attitudine rock, forme cabarettistiche e manipolazioni elettroacustiche. Non vi fa pensare a nulla tutto ciò? L`insieme è come una caldera ribollente di idee che, spesso, sembrano buttate lì senza essere state degnate della minima elaborazione. Victory Garden, una superba ballata, verrà in seguito ripresa dai Galaxie 500 in un EP che includeva anche il rifacimento di Ceremony dei Joy Division (5). Il disco non rappresenta sicuramente un successo e il gruppo viene sciolto, mentre Thompson si dedica al suo primo album solista, registrato con l`aiuto di numerosi ospiti, e ad un nuovo gruppo, i Saddlestore, che registra un solo singolo; entrambi i lavori vengono pubblicati nel 1970 dalla Texas Revolution (6) e mostrano l`aspetto più `tradizionalista` del musicista.
Alla realizzazione di “Corky`s Debt To His Father” partecipano numerosi strumentisti che vale la pena di citare: Frank Davis, Mike Sumler, Joe Dugan, Chuck Conway, LeAnne Romano, Jimi Newhouse, Roger Romano, Carson Graham, più numerosi coristi/e. Alcuni di questi musicisti andranno poi a formare la meteora Saddlestore, per i quali verrà recuperato pure Frederick Barthelme facendone così una specie d`estensione dei Red Crayola. Come detto si tratta di un approccio più tradizionale, che pesca nel country e nel blues, con il singolo (7) dei Saddlestore che vira decisamente in senso country-punk. E` noto come David Grubbs studierà queste pagine a menadito. Tali bagliori verranno seguiti da un lungo periodo di silenzio, durante il quale Thompson sarà direttore della stazione radio “Pacifica” di Houston e fautore di alcune iniziative abortite sul nascere: un duo con Brian `Firefinger` Freeman, un passaggio nel combo rock-jazz Rockin` Blue Diamonds e, durante un lungo soggiorno in Grecia, un progetto legato alla musica folk locale. Da questo periodo di caos emerge qualcosa di nuovo, qualcosa che, a differenza del primo periodo, deve avere ancor oggi la giusta valorizzazione. I capisaldi di questo nuovo periodo si chiamano “Corrected Slogans” (1976) e “Soldier-Talk” (1979).

Con “Corrected Slogans”, uscito a nome Art & Language And The Red Crayola per l`etichetta Music Language (probabile marchio personale), inizia la collaborazione con il collettivo inglese fondato da Terry Atkinson e Michael Baldwin, con una chiara divisione dei compiti: ai primi (nelle persone di Philip Pilkington e dello stesso Baldwin) è demandata la stesura dei testi e ai secondi quella delle musiche. E` un disco di canzoni stralunate e surreali, quello che ne vien fuori, una cosa a metà strada fra cabaret e filastrocche popolari che, nonostante la scarna veste, potrebbe fare tripletta perfetta con “Taking Tiger Mountain (By Strategy)” di Brian Eno e “Lucky Leif And The Longships” di Robert Calvert. Della striminzita line-up fa parte il batterista Jesse Chamberlain che, per qualche anno, sarà compagno fisso di Thompson, così come in passato lo era stato Frederick Barthelme. Il modello di questo disco verrà ripreso, in veste meno scarna e più elaborata, nell`eccellente “Kangaroo?” (1981, Rough Trade) (8) e in “Black Snakes” (1983, Rec-Rec/Pure Freude), entrambi pubblicati come The Red Crayola With Art & Language. I tre dischi sono come tasselli di un unico discorso, con due o tre brani che si ripetono di volta in volta in versione diversa. L`ultimo è decisamente più rock e rappresenta l`anello più debole della tripletta. La collaborazione con Art & Language, se pure il nome del collettivo non apparirà più come contitolare, proseguirà anche negli anni a venire (9).

L`attività di Mayo Thompson si è ormai spostata a Londra, dove lo troviamo fra i responsabili di Rough Trade e dove i Red Crayola non sono più un`identità ben definibile, se mai lo sono stati, ma un contenitore che raccoglie musicisti altrimenti impegnati con (o transfughi da) Pere Ubu, X-Ray Spex, Raincoats e Swell Maps.
“Soldier-Talk” (uscito nel 1979 su Radar in Inghilterra, Bomb in Canada e Celluloid in Francia) è il loro capolavoro (10). Si tratta di una specie di concept - con il coinvolgimento dei Pere Ubu (11) al gran completo - che odora molto di no wave. Il disco, fra `marcette` e `jazzacci`, riprende un mood informalmente cabarettistico che fa pensare anche alle logiche progressive di Henry Cow e Slapp Happy. A distanza ravvicinata (stesso anno) il gruppo pubblica il primo lavoro su Rough Trade, questa volta con Gina Birch, Epic Soundtracks e Lora Logic (12), si tratta del singolo a 12 pollici “Micro-Chips & Fish / The Story So Far” (13) ed, ancora una volta, è un centro pieno. I ritmi funkeggianti spostano ancor più l`epicentro in direzione no wave e, nel lato a, stridono curiosamente con l`indolenza delle voci maschile e femminile che fanno pensare a gruppi come Crass, Radical Dance Faction e (i primi) Chumbawamba. Abbiamo già accennato al rapporto con la Rough Trade che, tra l`altro, dura poco, dal momento che già al tempo di “Black Snakes” l`inquieto personaggio si è trasferito in Germania. “Three Songs On A Trip To The United States & Bismarckstrasse” (1984, Recommended / Pure Freude) è l`ultimo disco di questo periodo creativamente felice ed è inciso con Jesse Chamberlain e Allen Ravenstine. Si tratta, se pure influenzato dalle istanze new wave, dell`album più genuinamente rock inciso dal gruppo, con un lato in studio occupato da tre nuove scritture e un lato dal vivo che ripropone alcuni brani ripresi dai dischi precedenti, in particolare da “Soldier-Talk”.

In Germania Thompson frequenta gli ambienti dell`improvvisazione free e stringe nuove amicizie. L`unico frutto di tutto ciò è in un disco che, ironia del caso, esce in Inghilterra su Glass (14). “Malefactor, Ade” (1989) (15) presenta il nuovo alter ego di Thompson, in sostituzione di Chamberlain, nella figura di Albert Oehlen, tastierista che rimane ancor oggi al suo fianco. Gli altri musicisti sono Werner Buttner, Andreas Dorau e Rüdiger Karl. Si tratta di uno dei dischi più sottovalutati dei Crayola, mentre nella realtà rappresenta uno dei capitoli più importanti dell`intero catalogo, con la sua aura free-pop, essenzialmente vergata su linee di blues stravolto, misurata attraverso un`attenzione inedita verso la qualità e la regolazione dei singoli suoni. In realtà la permanenza tedesca ha fruttato molto di più, e Thompson compare in alcuni brani di un disco del Cows Quintet (Rüdiger Carl, Jay Olivier, Irene Schweizer, Phil Wachsmann e Stephen Wittwer) pubblicato su FMP, mentre solo nel 1998 la Drag City ha pubblicato “Ludwig`s Law”, una registrazione d`epoca in cui mister `matitarossa` è insieme a Moebius e Conny Plank. Il legame con la scena musicale tedesca è rimasto intatto, anche dopo il ritorno di Thompson negli Stati Uniti, e un`incisione piuttosto recente con Matthias Bauer, Axel Dörner, Sven-Ǻke Johansson, Rudi Mahall e Sten Sandell potrebbe uscire a breve termine come suo nuovo album solista. Quello che riporta l`attività musicale di Thompson negli Stati Uniti non è tuttavia un semplice ritorno, dal momento che la nuova base non sarà nel profondo sud che aveva assistito alla prime gesta del gruppo, ma nel laborioso nord, in quella Chicago che a suo tempo diede i natali all`AACM e che all`inizio degli anni Ottanta è nuovamente sconvolta da un vortice di creatività .

L`etichetta che si prende a cuore le vicende del gruppo, ma sarebbe meglio dire del musicista, è questa volta la nascente Drag City, e viene a ricrearsi, pari pari, la situazione che si era creata nel periodo inglese: Red Crayola è un contenitore vuoto che viene riempito, di volta in volta, da alcuni dei musicisti più interessanti che fanno capo all`etichetta dell`Illinois. Sono tutti musicisti, comunque, che riconoscono in Mayo Thompson una specie di padre putativo: David Grubbs, John McEntire, Jim O`Rourke, George Hurley... ma cosa possono avere in comune i Red Krayola (che, rientrati negli USA devono riacquistare la kappa) con i Minutemen? Soffermatevi a pensarci e scoprirete che ci sono varie cose ad accomunare i due gruppi. In questo periodo Thompson cerca di dare unitarietà , riuscendoci, a tutte quelle che sono state le sue esperienze passate, di gruppo e soliste. I capitoli essenziali di questa rinascita si chiamano “The Red Krayola”, “Hazel” e “Fingerpainting”. Più disarticolato il primo e più melodico il secondo, è comunque con “Fingerpainting” che Thompson tocca nuovamente uno dei vertici creativi della sua carriera. L`album è concepito come un montaggio di situazioni diverse alla maniera di “The Parable Of Arable Land”, se pure rispetto a quella prima realizzazione siano diverse le coordinate delle situazioni prese in esame. Se in “...Parable...” lo stacco era di tipo contestuale in “Fingerpainting” è di tipo temporale, essendo utilizzati frammenti provenienti da periodi storici diversi della vicenda `red crayola`. Il disco può apparire come un remake dell`altro, e forse lo è, ma l`esperienza trascorsa ha sicuramente portato ad un affinamento e ad una messa a fuoco più lucida delle proprie idee, e il risultato è strabiliante. La leggerezza che fa da sfondo ad atmosfere sostanzialmente paranoiche e schizzate, la bizzarria e la freschezza degli arrangiamenti, l`incastro perfetto di materiali sostanzialmente dissimili... sono tutti elementi in grado di far gridare al miracolo. Anche gli altri due sono comunque dei signori dischi, in particolare il secondo, comprensivo della splendida ballata medievaleggiante Duke of Newcastle. Molto bello è anche il delicato “Amor And Language” (1995), CD di lunghezza medio-breve catalogato come mini, un lavoro volutamente melodico fin dalle premesse, che nel titolo, però, sembrano voler giocare pure con la memoria di `art & language`. La produzione su Drag City è completata da vari singoli (in buona parte inclusi su “Singles”), da alcuni pezzi su compilation (Columbia su “Hey Drag City” è altrimenti inedita) e da altri due CD: “Blues, Hollers And Hellos” e “Japan In Paris In L.A.”. Il primo è forse il punto più basso, comunque non indecente, toccato in tanti anni di onorata carriera, mentre il secondo è più che altro un lavoro di produzione. Si tratta della colonna sonora per un film diretto da Bruce e Norman Yonemoto, incentrato sulla vita del pittore Saeki Yuzo, con brani di David Grubbs, Jim O`Rourke, Stephen Prina, Tom Watson e dello stesso Thompson.

Non va dimenticata, infine, l`attività di Thompson come produttore; un`attività piuttosto prolifica perchè dalle sue mani sono passati Monocrome Set, Kleenex, Cabaret Voltaire, Raincoats, Scritti Politti, Fall, Virgin Prunes, Felt, Chills, Primal Scream e Marina Rosenfeld, e ci sono da segnalare almeno due capolavori come “Are You Glad To Be In America?” di James `Blood` Ulmer e “Inflammable Material” degli Stiff Little Fingers.



(1) Oltre ai tre componenti del gruppo ci sono in studio altri elementi, sicuramente Roky Erikson dei 13th Floor Elevators (vedi l`intervista a Mayo Thompson di Richie Unterberger).

(2) Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service, Jefferson Airplane, David Crosby...

(3) Casi altrettanto clamorosi sono quello dei Panasonic, costretti a cambiare il nome in Pan Sonic, e dei Melvins. Questi ultimi, in seguito all`azione di una ditta produttrice di detersivi, dovettero cambiare il titolo di un album da “Lysol” a “Melvins”. Le prime copie dell`ellepi circolarono con il titolo cancellato da un tratto di pennarello. Il duo svedese, invece, dopo il cambio del nome pubblicò un CD intitolato “A”, recuperando così quella vocale che gli era stata sottratta.

(4) Il nostro non digerirà mai completamente questo fatto, la dimostrazione è in un 7” pollici del 2002 polemicamente intitolato “Free Logo”, pubblicato per l`etichetta francese Ruminance, il cui lato B è incluso nella recente raccolta “Singles” (Drag City 2004).

(5) Un altro brano dei Red Crayola protagonista di una illustre reinterpretazione è Transparent Radiation (da “The Parable Of Arable Land”), riproposto dagli Spacemen 3 in un noto EP dal titolo eponimo che conteneva pure Starship di Sun Ra.

(6) La Texas Revolution venne fondata da Walt Andrus che, con Frank Davis, era stato uno degli iniziatori della International Artists. La I.A., però, gli era stata scippata quasi subito dal furbo affarista Lelan Rogers (fratello del country-singer Kenny Rogers), il quale aveva fiutato odor di quattrini (soprattutto in un gruppo come i 13th Floor Elevators)... a ragione, direi, perchè quel piccolo catalogo continua ancor oggi a fruttargli dei buoni interessi attraverso la periodica concessione ai ristampatori di turno. Frank Davis, dal canto suo, compare come violinista sia nel disco di Thompson sia nella formazione dei Saddlestore.

(7) I due brani del singolo, Old Tom Clark e Pig Ankle Strut, sono stati inseriti in “Singles” che contiene anche Woof, un brano strumentale che doveva essere il lato b di un abortito singolo tratto dal disco solista di Thompson.

(8) La versione in cassetta di “Kangaroo?” conteneva due brani in più (Born In Flames e The Sword Of God) rispetto al vinile e alla ristampa in compact. Entrambi i brani, usciti anche come singolo, sono stati inseriti nella raccolta “Singles”.

(9)Michael Baldwin compare nella line-up di “Hazel” (1996).

(10) “Soldier-Talk” è l`unico disco dei Red Crayola che non è mai stato ristampato.

(11) La collaborazione è a doppio senso, in quanto Thompson entra stabilmente nella line-up degli Ubu con i quali incide “The Art Of Walking” e “Song Of The Bailing Man”, e compare anche in “The Sound Of The Sand & Other Songs Of The Pedestrian” di David Thomas.

(12) Lora Logic suona anche in “Soldier-Talk” e “Kangaroo?”.

(13) Incluso per intero nella raccolta “Singles”.

(14) La Glass era all`epoca l`etichetta degli Spacemen 3 ed aveva appena pubblicato il mini-lp in cui il gruppo inglese rifaceva la sua versione di Transparent Radiation. La pubblicazione del disco dei Red Crayola fu probabilmente favorita da questa circostanza.

(15) Il disco è diviso in un lato di canzoni (33 rpm) e in un lato strumentale (45 rpm).



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