`I.´ // `Lonely Hymns And Pillars Of Emptibess´
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splendide folgorazioni sulla via di Damasco |
x mario biserni (no ©) |
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Širom è un trio sloveno germogliato dall’aggregazione di Iztok Koren con il preesistente duo Najoua (Ana Kravanja e Samo Kutin). Si tratta di tre polistrumentisti che affrontano le performance cambiando continuamente prospettiva sonora, muovendosi comunque in un proscenio assolutamente sguarnito di arnesi elettrici o elettronici (ad esclusione degli ausili deputati alle registrazioni e/o all’amplificazione). Ho riportato l’immagine dell’edizione giapponese in versione compact di “I.”, sul modello di “Ummagumma” dei Pink Floyd, perché significativa ed esplicita nel mettere ordine in questo ambaradan strumentale. Nelle loro performance gli aspetti più importanti sembrano essere il rapporto fra di loro e quello con l’ambiente che li circonda, un rapporto quasi esclusivo che comprende il pubblico solo come parte di quell’ambiente.
La presenza del folk sloveno, di quello ungherese e delle musiche mediterranee in generale, pur importante, si stempera in miriadi di altre influenze, dettate soprattutto dalla presenza di numerosi strumenti di provenienza afro-asiatica.
La musica è quasi di conseguenza una psichedelia sciamanica e visionaria, fortemente segnata dall’utilizzo dei numerosi strumenti a percussione che bilanciano da pari a pari quelli a corde, soggetta a impulsi minimalisti e a un espressionismo caparbiamente bucolico ben supportato dagli inquietanti paesaggi della copertina dipinti da Marko Jakše.
Mi sovvengono paragoni con Third Ear Band e Dead Can Dance, oltreché con le idee comunitarie che erano state alle base di esperienze come l’Organic Music Theatre di Don Cherry, i Gong, la Incredible String Band e le orchestre di Sun Ra.
“I.” era stato originariamente pubblicato nel 2016 in CD (in Slovenia e Giappone) e viene adesso riproposto dal marchio genovese in doppio vinile con ben due brani in più. È un gran bel disco che dispiacerebbe veder confinato nei ghetti delle musiche etniche o della world music.
Voglio per una volta essere scolastico, perdonatemi, e dare un bel 9 ai Širom, un 8 al disco (soltanto perché sono convinto che possono fare ancora meglio) e un 10 e lode alla Torto Editions per aver realizzato questa produzione così estranea alle rotte della consuetudine.
A conferma di strategie produttive poco inclini a logiche furbesche, la Torto Editions pubblica anche il nuovo disco solista di Iztok Koren che, pur essendo meno fascinoso di “I.”, contiene tuttavia numerose fonti d’interesse.
Il leitmotiv è spostato sugli strumenti a corda, banjo e chitarre (nell’occasione anche elettriche), suonati pure con l’ausilio di un archetto e supportati saltuariamente da registrazioni d’ambiente. Restano fermi i punti di riferimento, con un singolare accento sulla tradizione musicale spagnola, a testimonianza di comuni radici arabe e gitane.
Sottintesi riferimenti alle alchimie e agli elementi rimandano ulteriormente alla Third Ear e alla Incredible String Band.
In attesa di nuove folgorazioni dalla via di Damasco.
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Data Recensione: 19/6/2022 |
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`I.´ // `Lonely Hymns And Pillars Of Emptibess´ |
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