`Convex Mirrors´

Autore disco:

Anastasios Savvopoulos Azure

Etichetta:

Aut Records (D)

Link:

www.autrecords.com

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2021

Titoli:

1) Convex Mirrors 2) Debonair 3) Epicycles 4) False Mirrors 5) Paroxysm

Durata:

39:05

Con:

Anastasios Savvopoulos, Antonis Anissegos, Peter Ehwald, Ludwig Wandinger

ancor più a fuoco del pur valido disco d’esordio

x mario biserni (no ©)

«Amidst the turmoil of historical events at the beginning of the past century, Russian avant-garde artist El Lissitzky observed that in art, two emerging movements were of significant importance. “Cubism and futurism seized upon the purity of form treatment and colour and built a complicated and extensive system with them combining them without any regard for harmony”.
«The pieces in “Convex Mirrors” demonstrate compositional ideas which relate to the cubist analysis of space and futurist principle of “dynamism” as an expressive means. This emphasis on construction on the one hand and process on the other, suggests itself throughout the work.
«“Convex Mirrors” takes the ideas formed in the previous work “Ebbs and Flows” to the next level of complexity and expressiveness. The rhythmic structures become more agile and the harmonic/melodic relations are built more strictly upon symmetrical principles. The improvisation takes place within longer segments of the unsymmetrical arrangement of time.»
Ho sempre scritto di non essere contrario all’utilizzo sia dei comunicati stampa sia delle note diramate dai musicisti e/o dagli editori nell’ambito di una recensione, purché non vengano fatti passare dal recensore come farina del proprio sacco. Aggiungo qui che la citazione di tali note può essere utile alla completezza della recensione qualora porti alla luce elementi difficilmente individuabili al semplice ascolto. Questo è uno di quei casi.
Le postille riprese dal flyer della Aut chiariscono i presupposti di una musica che, per tipo di sonorità e tecniche esecutive, sembra riagganciarsi ai più fulgidi esempi del jazz elettrico, o jazz-rock o fusion che dir si voglia, chiaramente aggiornato al presente tanto da occhieggiare perfino a un’estetica glitch.
Precisione e velocità esecutiva mi sembrano le caratteristiche trainanti di questo quartetto che schiera batteria, chitarra elettrica, piano / fender rhodes e sax tenore / tarogato. Quello che subito salta all’occhio, e all’orecchio, è l’assenza di uno strumento basso a corde, e questo è l’elemento che porta a una quadratura e a una asciuttezza della musica che vanno un po’ a interrompere il legame con la tradizione jazz e l’avvicinano, caso mai, a certe tendenze recenti di sperimentazione rock. Legame che pure esiste, quello con il jazz, ma però mi sembra rimandare più al Jazz Modale e, almeno in chiave teoretica, alla Third Stream che non ad ascendenze tipo new thing o great black music.
In conclusione “Convex Mirrors” ci propone un gruppo ben orientato e in possesso di una sua originalità che, nell’occasione, riesce ad esprimere in maniera ancor più nitida rispetto al pur pregevole disco d’esordio (Ebbs And Flow del 2020).
Curiosità: nel 2018 John Zorn ha pubblicato un suo “In A Convex Mirror".


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Data Recensione: 30/12/2022
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