`Postcard From A Trauma´

Autore disco:

Roberto Fega

Etichetta:

Setola di maiale (I)

Link:

www.setoladimaiale.net
www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=83#
www.sands-zine.com/archivioart.php?id=3309

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2021

Titoli:

1) Grano 2) Verde Muschio 3) Ciano 4) Sabbia 5) Kaki 6) Verde Menta 7) Terra di Siena 8) Carta da Zucchero 9) Avorio 10) Ambra 11) Verde Oliva 12) Cremisi 13) Rubino 14) Oro 15) Tè Verde 16) Rame 17) Magenta 18) Acquamarina 19) Scarlatto 20) Argento 21) Azzurro 22) Lilla 23) Pesca 24) Grigio 25) Verde Pastello 26) Rosso Veneziano 27) Blu di Prussia 28) Giada 29) Turchese 30) Fucsia 31) Verde Chiaro 32) Prugna 33) Biscotto 34) Turchese Chiaro 35) Ocra 36) Blu Oltremare 37) Orchidea 38) Denim 39) Seppia 40) Music For Airport 1.1

Durata:

61:24

Con:

Roberto Fega

ritorno al futuro

x mario biserni (no ©)

Scorreva l’anno 2003 quando Roberto Fega pubblicò “Metafonie” per la piccolissima Aleatory Production nell’esigua tiratura di 50 copie. Poca cosa ma stupefacente, dove futurismo e surreal-dadaismo si sposavano attraverso un’attitudine squisitamente artigianale. L’inclinazione meccanica del futurismo veniva stravolta da una stravaganza tipicamente umana, sorpresa e stupefatta, come potrebbe esserlo quella di un primitivo che si avvicina per la prima volta al mondo dei suoni.
In seguito Fega darà un senso più concretoalla sua musica, andando a indagare sui disastri creati da alcuni a danno di molti (8 August 1956 – 18 April 2015), sulle rivolte spontanee in reazione alla pressione del sistema dominante (Inghilterra, Gracia, New York), su quelle genti che lottano per l’emancipazione dei popoli (Chiapas, Kurdistan); e attraverso dischi come “Un geco nella mia casa”, Daily Vision” e “Echoes From The Planet” è andato via via affermandosi una specie di “Che” musicante.
Nonostante l’ammirazione incondizionata per l’impegno e per i risultati musicali conseguiti sono però sempre rimasto convinto che il Roberto Fega migliore è quello delle micro composizioni di “Metafonie”.
Costretto in cattività dal Covid, con “Postcard From A Trauma” Fega ha realizzato il seguito ideale a quel primo CD. Quaranta brani di brevissima durata, dei quali ben trentanove sono ispirati da altrettanti colori, mentre l’ultimo è un rifacimento succinto della Music For Airports 1/1 di Brian Eno.
C’è di nuovo lo stupore della scoperta che si perpetua, la gioia nel ricercare e nel trovare soluzioni inedite, l’attitudine naïf che ha caratterizzato grandi sperimentatori come Monk, Coleman, Barrett o Moondog, il giocare con i colori e con le forme tipico di un Mirò (giocare e suonare si traduce in francese con lo stesso termine: jouer), gli intenti sovversivi e il calcio in culo alle convenzioni di un Bansky …. Bentornato nel mondo dei sogni e delle meraviglie, che il coniglio bianco sia sempre con te.
Un’ultima cosa: Roberto Fega è nato nel 1965 e in quello stesso anno un altro Robert, in Inghilterra, entrava per la prima volta in uno studio di registrazione, insieme ad un gruppo di amici, per raccogliere i suoi primi fiori di campo. Voglio credere che questi due fatti non siano affatto scollegati fra loro. E la fede, come ben sapete, è una cosa seria se per essa c’è nel mondo gente disposta a dare la vita (ps: il suddetto Robert, se non mi sbaglio, suonava il piano proprio in Music For Airports).


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Data Recensione: 6/1/2023
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