Il sassofonista Ken Field è uno di quei musicisti che operano in quel regno virtuale dislocato fra jazz, minimalismo, musica contemporanea, musica elettronica e musica elettroacustica. Non è un caso se il suo esordio discografico è avvenuto per la OODiscs di Joseph Celli (nell’anno 1996).
Quella di “Transmitter” è una musica fatta di loop creati in tempo reale, quindi con il probabile ausilio di una centralina, e com’è consuetudine per questo tipo di situazioni inizia con un singolo suono per andare pian piano a incicciarsi fino alla conclusione in saturazione oppure con un ritorno graduale allo stato di quiete iniziale.
La musica dei vari brani cerca di dare un senso sonoro al trans-qualcosa che la rappresenta, giocando per ciò su ritmo, melodia, trasparenza, vibrazioni, rumore e su strutture più o meno distese e più o meno imbrogliate.
È come poter vedere delle onde sonore che si avvicinano, si scontrano, si intrecciano, si sovrappongono e si allontanano manovrate da un burattinaio con il pieno controllo della situazione (idea ben rappresentata dall’immagine messa in copertina).
Il CD è stato editato e processato da una nostra vecchia conoscenza, Erdem Helvacioğlu, attualmente collaboratore in pianta piuttosto stabile della Neuma Records.
Un disco destinato specificamente agli amanti dei sax, dei loop e del post-mimalismo.
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