Registrato nel Settembre / Ottobre del 2017, e non casualmente intitolato con il nome della martoriata regione mediorientale, “Syria” coglie in duetto il sax tenore di Stefano Ferrian e il pianoforte di Simone Quatrana. Improvvisazione, o composizione istantanea com`è uso dire oggi *, che ripercorre la tradizione jazz moderna da Sonny Rollins ai chicagoani dell`AACM (ma mi sembra di cogliere anche l`influsso di Paul Desmond, che però suonava il sax alto). Questo per quanto riguarda Ferrian. Nel tocco elegante di Quatrana sembrano invece prevalere le reminiscenze del pianismo jazz bianco, con un`impostazione che riflette quasi sempre la tradizione musicale classico-occidentale. Il duo è sufficientemente rodato (un suo precedente CD era stato pubblicato nel 2014 su DEN Records) e le sette piste non presentano sbavature, restandosene delicatamente in sospensione fra reminiscenze cool e attitudine post-free. “Syria” è un CD particolarmente consigliato a chi crede che la musica jazz abbia esaurito ogni propulsione creativa e non abbia più niente da dire.
* Dovrò chiedere a qualcuno quali sono le sottili differenze che distinguono l`una dall`altra definizione.
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