Quando, diversi anni or sono, scrissi un articolo sul vinile fui accusato di essere un nostalgico retrogrado. In realtà ero un semplice cronista che registrava un certo ritorno alla produzione in vinile, e la storia successiva m`ha dato ragione, senza prendere alcuna posizione sulla maggiore qualità dell`uno o dell`altro supporto. Ancor oggi non voglio sbilanciarmi, pur ammettendo che per alcuni dischi è preferibile un formato e per altri è preferibile l`altro. Senza il CD, per esempio, non sarebbero state pubblicabili alcune opere dai suoni molto sottili, tipo quelle di Bernhard Günter o di Sukora, e neppure quelle opere in più parti che prevedono una sequenzialità variabile e/o casuale delle varie sezioni.
Questo pistolotto iniziale serve a introdurre la recensione di un disco che sfrutta entrambi i suddetti vantaggi offerti dal formato compact.
Casa non è nè un gruppo definito nè un ensemble aperto nè lo pseudonimo di un singolo autore, piuttosto è un progetto che coinvolge una numerosa cerchia di persone e fa capo a Filippo Bordigon. Nei trenta bozzetti che compongono l`inottenibile il Bordigon e Erik Ursich (dei Grimoon) suonano un Korg cx-3 e un Moog Minimoog, per una sequenza minimale e riduzionista che si distingue sia dall`art rock / no wave di molte precedenti esternazioni a nome Casa sia dallo stile neo-classico dell`ultimo loro ultimo disco pubblicato (da noi recensito qui.
Dovreste aver chiaro a che tipo di ascolto andate incontro con “L`inottenibile”, niente di innovativo o di particolarmente originale che può comunque conquistare quei lettori che una ventina d`anni fa rimasero folgorati dai poeti del riduzionismo estremo.
|