La preparazione degli strumenti è stato uno dei leitmotiv del tardo novecento, e tale continua ad essere a dispetto delle sempre più utilizzate manipolazioni elettroniche. Dušica Cajlan e Georg Wissel offrono qui un ottimo esempio di arte preparatoria, la prima nei confronti del più classico pianoforte, sicuramente lo strumento che più è stato oggetto di preparazioni, e il secondo nei confronti del sax contralto. Etienne Nillesen, al contrario, limita il classico assemblaggio di tamburi al solo rullante, seppure suonato con tecniche estese. Oltre ai suoni più canonicamente riconducibili ai tre strumenti viene fatto ampio sfoggio di sfregamenti e fischi tipo feedback, il tutto in giochi che non risultano mai disarmonici. La caratteristica principale di queste sei impro mi pare proprio questa: singoli suoni apparentemente dissonanti che vanno ad assemblarsi in un insieme che, al contrario, appare sempre estremamente armonioso. Se un appunto può essere fatto riguarda una eccessiva monotonia nei colori. Analizzando la musica attraverso l`immagine di copertina, un dipinto di Eva Jeske, la potremmo paragonare a un dipinto informale di Pollock in bianco e nero e molto minimale. Tradotto in suoni potremmo immaginare il trio al pari di un Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza sottoposto a un gioco di sottrazioni.
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