Davide Lorenzon e Michele Pedrazzi, a quanto mi risulta responsabili del marchio Aut, si riservano il piccolo spazio di questo mini-CD per il loro progetto Echo Chamber. Sia il nome del progetto sia il titolo del disco fanno riferimento alla propagazione del suono all`interno di una cassa di risonanza (credo però che il riferimento sia più in generale a quello che metaforicamente si intende oggi con il termine inglese echo-chamber).
Batteria, sax tenore e synth (ed elettroniche nella più ampia accezione del termine) vanno a determinare un puzzle dai colori tenui e delicati. Il che non vuol dire che si tratta di un disco piatto, tutt`altro, e posso citare l`accompagnamento ritmico spedito in Jabazzu`s Dream, i risvolti grottescamente mingusiani in Passo Navene, o la tirata di sax infiamma-platee in Treppenwitz. In linea di massima sono però bivacchi di ceneri che covano il fuoco, chi conosce la musica di Ornette Coleman sa cosa intendo dire, a farla da padrona. Molto interessante la posizione di Pedrazzi che, con le sue diavolerie elettroniche, va a ricoprire quel ruolo di raccordo fra sax e batteria solitamente attinente al contrabbassista o a strumentisti similari.
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