I Bushi sono un`autentica super-band se, come ci dicono le cronache (mi riservo di controllare), i tre hanno avuto parte in Bologna Violenta, Infernal Poetry, Dark Lunacy, Kingfisher, Maria Antonietta, Ronin, Above The Tree & E-side, e la sicurezza con la quale prendono di petto questo disco d`esordio conferma tale prerogativa.
Pattern di suoni che si ripetono, veloci e taglienti, marziali e a getto continuo, come prodotti da un`officina di armi da guerra, e bushi è per l`appunto un termine giapponese che significa guerriero. I testi hanno la stessa dimensione, frasi concise e reiterate che fanno pendant con l`incalzare dei riff strumentali.
Il disco è permeato dalla cultura giapponese, in particolare dall`epos dei Samurai, e i testi sono degli haiku (brevi componimenti poetici) ispirati dai «precetti delle scuole militari e filosofiche di tali nobili guerrieri».
“æ¦å£«”, ben concepito e meglio suonato, può piacere a molti, a partire dagli amanti dell`hard rock per finire con gli aficionados alle nuove forme di progressive.
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