Dall`incontro di due maestri dell`improvvisazione è lecito attendersi grandi cose. Se poi a documentare tale incontro è un marchio attento come Amirani Records le aspettative salgono ulteriormente di qualche punto e, mi preme dirlo subito, non vanno neppure deluse. Eppure il terreno è scivoloso, dal momento che la formula a due pianoforte-batteria è già stata esplorata da un considerevole numero di grandi talenti (Cecil Taylor, Ulrich Gumpert, Max Roach, Günter Sommer, Irene Schweizer, Han Bennink, Louis Moholo, Keith Tippet, Tony Oxley, Paul Lovens, Misha Mengelberg, Alexander von Schlippeenbach, Sunny Murray, Don Pullen ...). Nonostante ciò Lenoci e Cusa riescono ad essere, se non innovativi, sempre freschi e interessanti. In quasi una ora di concerto i due operano una rilettura di quello che è stato il jazz free e post free, passando da momenti di energico foehn ritmico ad altri di cupido lirismo e da momenti di grande intensità ad altri di delicata rarefazione, per terminare con Lenoci che soffiando in un piffero ci ricorda il Don Cherry delle escursioni quartomondiste. “Wet Cats” è un disco brioso e frizzante che porterà senz`altro nuova acqua al mulino della Amirani Records.
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