Ci avrei scommesso, che prima o poi i Meteor sarebbero approdati su Wallace (in coproduzione con Villa Inferno), dal momento che sembrano essere stati tagliati su misura per l`etichetta di Mirko Spino. Ma, in fatto di approdi, non finisce qui e, dopo un 7 pollici e un 12 pollici incisi su un solo lato, raggiungono l`obiettivo del CD. E, restando in tema, propongono per la prima volta brani rappresentati con un titolo. Che i Meteor si stiano normalizzando? Manco p`o cazzo! Le schegge che esplodono nella fatturazione di chitarra e batteria, appena rimpinguate dall`inserimento di un dialogo telefonico, di un clavicembalo o di berci lanciati da giocatori di morra, riconfermano nudo e crudo l`hardcore progressivo del duo bresciano. Cogno e Mondini, a differenza della maggioranza rumorosa, hanno però ben chiaro che un disco non può essere una semplice raccolta di canzoni o di brani musicali. Un disco, per essere realmente tale, deve avere una propria personalità , e a volte basta veramente poco per crearla. Se nelle precedenti occasioni i Meteor avevano giocato sulla particolarità delle confezioni, pubblicando dei piccoli oggetti d`arte, in questa occasione agiscono anche a livello di struttura attraverso un semplice escamotage che dona un particolare fulgore all`intero lavoro. Il titolo dei brani viene di volta in volta annunciato da una voce femminile, dalla pronuncia sembrerebbe appartenere a una giapponese, alla stregua du quanto avviene per le stazioni della metropolitana. I brani, di conseguenza, assumono l`aspetto di una folle corsa fra una stazione e la successiva. “Magic Pandemonio” riconferma i Meteor ai vertici assoluti della musica prodotta in Italia.
|