Tre strumentisti dalla diversa provenienza geografica - il tedesco Markus Reuter, l`inglese Mark Wingfield e l`israeliano (di nascita) Asaf Sirkis - ma dallo stesso retroterra musicale, che affonda nel jazz elettrico e nel tardo progressive, fanno combutta in questo progetto destinato a un pubblico forse di tipo un po` frigido ma comunque esistente (seppure, ci scommetterei mis dos pelotas, nessuno di loro legge sands-zine). Batteria, chitarra e chitarra touch vanno a delineare scenari determinati da una fenomenale perizia tecnica e nella cui definizione nulla è lasciato al caso (leggi al cuore).
Aggiungerei alle derive jazz e progressive anche la presenza di motivi space e, in definitiva, “Lighthouse”, è quello che si può definire come un disco riuscitissimo. Sempre che, lo ribadisco, non abbiate in urto i tecnicismi e la perfezione certosina. Nel qual caso fate come me: imbarcatevi, anche su un tronco di fortuna, e prendete il largo.
|