Un trio strumentale formato da batteria, basso e tastiere (piano e synth) più una voce che ricorda Ian McCulloch degli Echo & The Bunnymen per un CD nel quale si miscelano pop song, jazz elettrico, improvvisazione e rumore. Echi lontani di Billie Holiday, Robert Wyatt e Pere Ubu vanno a comporre uno splendido universo di canzoni in forma libera che stanno al jazz come i Pink Floyd stanno alla psichedelia (o come Mazzini sta alla repubblica italiana). In linea di massima morbide, ma non dolciastre, le otto canzoni hanno comunque una nervatura vibrante e carica di tensione. Un picco di particolare delicatezza è raggiunto in Room 237 mentre The Victory Of The Matter, con le sue atmosfere caotiche e distorte e la voce decisamente aggressiva, è l'unica pecora nera che esce dal coro. “Innlaandds” è uno splendido disco d`esordio da inserire di botto fra quelli che nella nostra top abbiamo definito come a new wave of jazz.
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