E` una vita che Rinus Van Alebeek manipola i nastrini, per cui il ritorno massiccio a questo tipo di produzioni lo coglie felice ma non confuso, addirittura preparatissimo. “Ranch” contiene un reportage sonoro ottenuto dal missaggio di varie registrazioni effettuate durante una sua permanenza californiana. Si tratta di voci e suoni carpiti a trasmissioni radiofoniche, a fenomeni atmosferici e all`humus ambientale più in generale. Così Rinus disegna uno spaccato reale di California, seppure visto con i suoi occhi, o meglio con le sue orecchie, e infine interpretato dalla sua sensibilità . Con “Ranch” l'autore sembra dirci che la realtà non esiste, alla faccia di quelle stronzate che sono i reality televisivi, ma esiste solo una sua lettura ed esposizione che varia da interprete a interprete. Pubblicato inizialmente in 20 copie, contenenti differenti missaggi degli stessi materiali, in “Ranch” si arriva addirittura a insinuare che il medesimo interprete può offrire letture diverse di una stessa realtà . Direi che in fondo questi sono gli stessi meccanismi che permettono al racket dell`informazione di falsificare le notizie pur senza dire nulla di sostanzialmente non vero.
Rinus insiste nel suo ruolo di doppiogiochista dichiarandosi un non musicista, ma è un bluff spudorato dacchè Ranch ha tutte le caratteristiche della composizione musicale.
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