Mimmo e Sjöström non arrivano di punto in bianco alla realizzazione di questo disco a quattro mani, dal momento che da tempo condividono l’esperienza del Sestetto Internazionale (in programma la recensione del nuovo disco) e che hanno già all’attivo una prima pubblicazione in duo. Inoltre avranno sicuramente avuto modo di incrociare i loro percorsi in qualche altra occasione per il diletto di quelli che possono presenziare ai concerti giusti.
Nell’occasione i due soffiano nei loro sax soprano (e anche sopranino per quanto concerne il finlandese) in un dialogo serrato che ci fa pensare alla sinfonia di una coppia di usignoli.
Questo è il lapidario commento di Evan Parker, in forma di acrostico, riportato nella confezione: «Heart-felt and rigorous improvisation – sometimes “jazzy”, often striving to rearrange our minds. Great intonation and no nonsense is my impression. Music made once!».
Poche parole, spese bene, scritte da un’autorità nel campo della musica improvvisata e che mi sembrano un buon punto d’inizio per scandagliare questo disco.
Una musica nella quale c’è il richiamo alla tradizione jazzistica – quella che va da Sidney Bechet a Steve Lacy, passando per Coltrane, Hemphill e Shorter, e che in egual misura è unica, irripetibile, «destinata a riordinare le nostre menti» e lasciare la nostra fantasia libera di volare.
Quello dei due è un gorghéggiare all’apparenza familiare ma in realtà ignoto, come prodotto da esseri a noi alieni di provenienza extraterrestre o lasciati in eredità da un mondo scomparso, esseri primitivi ormai estinti le cui sembianze potrebbero rassomigliare alla ramiccia ragnosa, un ibrido fra Aracne e uno Pterodattilo, fotografata da Sjöström e utilizzata per la copertina (un evidente caso di apofenia).
«Grande intonazione e nessun incongruenza» sia laddove il suono esce più greve e profondo, probabile esternazione di Mimmo seppure sia difficile da stabilire con certezza, sia laddove esce più garrulo.
Un ultimo plauso per le scelte grafiche di Nicola Guazzaloca, che dimostra di avere un’ottima mano anche distolta dalla tastiera del pianoforte.
Prossimamente: “333” di Arvo Zylo; “Tetrapylon” di Studer, Frey, Schlegel & Weber; “From Solstice To Equinox” // “Out Of Standard!! – Italia 11” di Nocturnal Emissions & Barnacles // Autori Vari; “Uragano” dei Perforto; “Terrestrial Journeys” di Gilbert Galindo; “Live at De Roze Tanker” di Oğuz Büyükberber & Tobias Klein; “An Artist’s Life Manifesto” di Fin, Caliumi, Fochesato, Battaglia, Masetto & Mampreso; “Quadrivium” di Edmun Campion; “Zanshou Glance At The Tide” di Yoko Miura & Gianni Mimmo; “Ochotona Calls” di Eva-Maria Karbacher; “The Quietest Of Whispers” di Evan Ware; “Due Mutabili” // “Cadenza del Crepuscolo” di Sestetto Internazionale // Hughes, Mimmo, Schlechta & Volqartz; “Sound In Time” di Blaž Švagan; “Live At Pariser Platz” di AoA Impro Group; “Kinesis” del Galan Trio; “Praznina / Emptiness” di Iztok Koren …
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