Il secondo capitolo della serie `mutant` evolve positivamente dal pur ottimo predecessore “One Mutant Minute: based on Noto`s 747”, recensione disponibile nell`Archivio 2004, per almeno tre motivi:
il CD contiene anche l`oggetto della mutazione (in questo caso Creamy Burst di Toral);
i convertitori, nella precedente occasione esclusivamente portoghesi, rappresentano un po` tutti i luoghi in cui c`è una scena sperimentale elettronica vigorosa e dalle caratteristiche originali: i tre principali poli degli Stati Uniti (Chicago, costa ovest e costa est) sono rappresentati da John Kannenberg, Kim Cascone, Ian Epps e Richard Chartier, la mitteleuropea da Pita, l`Italia dagli ENT, l`Australia da Blake Stickland e il Giappone da Sawako (il resto è giustamente a privilegio della rappresentanza portoghese con @C, Allto e con i padroni di casa Stapletape);
nella produzione sono coinvolti l`etichetta francese Baskaru e la `Fonoteca Municipale` di Lisbona (che mostra molta più arguzia di quella solitamente manifestata dalle istituzioni italiane), e il CD ne acquista sicuramente in visibilità .
Ci troviamo quindi al cospetto di una produzione accurata e misurata, e ne valeva veramente la pena.
Il concetto, quello della `variazione` su un dato tema, è oggi uno dei più stimolanti, anche perchè il mezzo elettronico ha allargato a dismisura le possibilità .
L`autore del frammento iniziale, Rafael Toral, è uno dei precursori della nuova musica elettronica portoghese e, recentemente, ha curato l`ottima “Antologia de Música Electrónica Potuguesa” (recensione disponibile nell`archivio 2005). Quindi, anche sotto questo aspetto, la scelta della Grain Of Sound appare doverosa, quasi obbligatoria.
Ma veniamo al contenuto, che definirei eccellente, e rappresenta un esplosione di fantasia sfrenata. Nessuno degli undici ascolti è infatti riconducibile al dato iniziale, un breve frammento di chitarra distorta, e si passa dall`accentuarne la violenza, come fa Cascone in Silver_Star_Noise, al ridurlo in un mormorio appena percettibile sopra al rumore di fondo (Hundred di Allto). In mezzo ci sta di tutto, e si fanno particolarmente sentire le mutazioni melodiose riscontrabili nel tessuto di Sunrise Creamy Sun e Longfellow (ENT e Ian Epps). Richard Chartier e John Kannenberg seminano nebbie ambientali (Improvisation_1222904b e Durations), più compatte l`uno e più disperse in piccoli banchi, con misteriosi battiti tesi a minarne l'oscurità , l`altro. Blake Stickland costruisce a partire da brevi flash compatti, che si dilatano fino ad un unico crescendo in continuità e volume, con bei giochi di botta e risposta fra stridori e fruscii. Pita, da par suo, mostra tutta la sua scienza e la sua abilità con un`architettura che non rappresenta tanto una variazione quanto una sequenza di variazioni e colpi di scena. Bizzarro e surreale, come al solito, è invece il quadretto dipinto da Sawako. Resta da dire di due dei tre portoghesi, Stapletape e @C (in rappresentanza delle realtà di Lisbona e Porto), i cui contributi sono, in un certo senso, complementari. C`è un melodismo solenne nel mood di entrambi, con la differenza che nei primi (Andrè Gonçalves e Nuno Moita) è morbido e suadente, quasi infantile, mentre nei secondi (Pedro Tudela, Miguel Carvalhais) è più oscuro e psicotico, quasi votato al rumore.
Come sfondo c`è quel buongusto, accompagnato da un`ottica vivacemente esploratoria, che da sempre contraddistingue la Grain Of Sound, per cui la sua produzione non si limita mai all`ennesima riproposizione dei soliti noti. Come unico consiglio, dovendone dare, pregherei i responsabili dell`etichetta di contrassegnare questa serie con un`unica veste grafica (naturalmente a partire dalle prossime realizzazioni).
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