Dai recessi del 2005 ripeschiamo questi due dischi a beneficio di quei lettori che non si scoraggiano dinnanzi alle difficoltà (d`ascolto e/o di reperibilità ). Beloeil propone quattro esempi di paesaggistica sonora, pizzicati dalla tarantola industrial, nei quali vengono utilizzati i classici marchingegni dell`elettro-elettronica uniti a campionamenti da Scott Walker, Plastikman e Cardiacs. Non dirò che siamo davanti ad un`opera fondamentale, perchè sarei mendace, ma si tratta comunque di un disco che si lascia ascoltare con interesse. La confezione, disponibile in più colori, è una semplice busta 15x19 cm in cartoncino morbido. Ancor più bizzarra è la confezione di “Chloral Works”, un vinile a 12 pollici inciso su una sola facciata, che va girato a 45 rpm e che è racchiuso in una busta di plastica sigillata. Il contenuto è ancor più stravagante, trattandosi di due composizioni per canto yodel e suoni elettroacustici.
Ma qui, più che scribacchiare una recensione, si vuol gettare un ponte verso l`interessante catalogo della Entr`acte, che conta su dischi della Big City Orchestra e Sudden Infant, passando per Marc Behrens, Keith Berry, Formatt e altri... Dateci un`occhiata.
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