`L`ocelle mare´

Autore disco:

L`ocelle mare

Etichetta:

Ruminance (F)

Link:

ruminance.free.fr

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2006

Titoli:

1-16) senza titolo

Durata:

24:13

Con:

Thomas Bonvalet

storture d`oltralpe

x Andrea Ferraris

Qualcuno si ricorderà i Cheval de Frise Bene, questo monicher, che ricorda più Felice Caccamo invece che un progetto musicale, contraddistingue il loro chitarrista in solo. E` ancora possibile fare un buon disco per sola chitarra e non fare cantautorato “dei poveri” o non sfigurare nel mare di riferimenti nei quali si può incappare? A sentire questo disco verrebbe proprio da annuire. Chitarra acustica che sovrasta tutto per l`intera durata del disco, tutt`al più un pizzico di fisarmonica e qualche altro strumento a corde per dare un poco di c(a)olore, ma se un lavoro vuole rimanere scarno la sua essenza rimane quella. L`Ocelle Mare è quasi scheletrico per quanto concerne la strumentazione, ma non per povertà , più per virtù e quasi per dire che a volte fare un buon disco non richiede molto se non del buon gusto e dell`intuizione (manco fosse poco). Fahey ibridato con Grubbs quando decide di rimanere essenziale, tutt`al più il Buckley padre dei momenti più grigi, ma tutto condensato con una buona dose di stile, 'è qustione di stile' come ricordava Speaker Dee Mo in tempi in cui l`hip hop era roba per pochi. Composizioni sbilenche in cui arpeggi melodici e cupi si danno vicendevolmente spazio e poi la cassa ed il legno vengono percossi, tambureggiati in modo ritmico e sfruttando l`ambiente naturale della registrazione prendono voce. La ripresa è perfetta tanto che è difficile non calarsi nell`atmosfera del disco. Da qualche parte mi è sembrato persino di sentire qualche vecchio ritratto del dinamico duo Kaiser-Frith, ma il francese è molto più immerso nella melodia che nella follia e per di più le corde della chitarra non sono certo: spaghi, corde rovinate, fili d`acciaio (di cui invece era composto l`armamentario delle chitarre 'preparate' dai squilibrati). Un gran cuore ed un test di Rorschach in cui è facile vedere parecchie storture malcelate di una psiche, il ritratto dipinto dal francese è vivido ma non è certo sereno. Un disco sufficientemente lungo per rendere vano ogni discorso senza per questo cercare di dire nulla di particolare se non quello che si può sentire. Un semplice esercizio di stile? No, un buon disco.


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Data Recensione: 5/4/2007

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