`L`Innondazione´ // `Fallen´ // `The Killer Ep´

Autore disco:

Stefano Zatti, Daniele Cortese, Enrico Bolzan // Il Rumore Del Fiore Di Carta // il tORQUEMADA

Etichetta:

Tanderion (I) // autoproduzione // Jestrai (I) / Satelliterecords (I)

Link:

www.tanderion.org
www.ilrumoredelfioredicarta.it
www.jestrai.com

Formato:

CD-r / mp3 // CD-r // CD

Anno di Pubblicazione:

2008

Titoli:

1) il naufragio 2) nella bottiglia 3) le acquerotte 4) parto 5) del tappo // 1) nestor 10 2) reykjavik 3) al sapore di fisherman 4) ambassador 5) conto alla rovescia 6) leon 1954 7) fallen 8) mira // 1) disaster 2) the killer 3) no! 4) people 5) il torquemada

Durata:

21:42 // 51:03 //

Con:

Stefano Zatti, Daniele Cortese, Enrico Bolzan // Antonio Giambattista, Nazario Graziano, Alessandro Mastrocola, Luciano Mastrocola, Alessandro Salzmann // Alfonso Surace, Luciano Finazzi, Davide Petrucchini

nuove realtà nazionali

x Alfredo Rastelli

Nuove realtà italiane crescono. Partiamo da “L`innondazione”, progetto del trio Stefano Zatti (live electronics, voce, oggetti), Daniele Cortese (batteria, live electronics) ed Enrico Bolzan (chitarra) che, è bene dirlo subito, è il miglior disco del lotto. Il lavoro nasce all`interno dell`entità Tanderion, definito dagli stessi promotori come `uno spazio di comunicazione e cooperazione`, dedito alla produzione di immagini, testi e suoni. “L`innondazione” contiene certamente dei suoni (ovviamente, trattandosi di cd) ma anche immagini, dal momento che il loro suono è abbastanza suggestivo da creare nella mente dell`ascoltatore un effetto visivo chiaro e preciso. Il testo poi ci sarebbe ma scompare a vantaggio di una voce che si riduce a puro suono (parto). Sonorità che sono cupe e che prendono le mosse da un substrato industrial (e da un immaginario metropolitano decadente) nonchè da certa elettronica rumorista, trasversale e minimale, in alcuni frangenti quasi ambient (le acquerotte); in tutto il lavoro si favorisce l`incontro tra suoni acustici, ricavati da oggetti e da strumenti, e la varietà dei suoni elettronici, in cui l`elemento percussivo svolge un importante lavoro di raccordo, ora metallico (l`incidere marziale di il naufragio), ora tribale (le acquerotte), ora ridotto a un astratto beat (nella bottiglia).
Punta a colpire l`immaginario anche Il Rumore Del Fiore Di Carta che con “Fallen” ci presenta un progetto musicale dall`alto contenuto cinematico. I cinque da Campobasso non sono nuovi, avendo già all`attivo un disco, sempre autoprodotto, che presumo non si allontani moltissimo dalle sonorità contenuti in questo nuovo disco. E` una musica fortemente descrittiva, spinta alla ricerca di atmosfere incantate e autunnali che trova nel post-rock il suo mezzo di espressione preferito. Per la verità , risulta un po` scolastico l`overture di reykjavik, senza picchi di sorta, quanto invece è efficace, soprattutto negli interventi elettronici, la successiva al sapore di fisherman, al di là del crescendo noise che rappresenta uno dei luoghi tipici del genere di riferimento; meglio si fanno apprezzare sul piano strumentale ambassador e leon 1954, entrambe con una bella tromba in primo piano, un quadro ritmico più studiato (la prima) ed intriganti beat elettronici (la seconda). In queste ultime, entra anche la voce recitante, dalle parti dei Massimo Volume, di Luciano Mastrocola (influenza ancora più evidente in conto alla rovescia; c`è da lavorare sulla cadenza), con tutti i pro e i contro che si porta dietro. Chiude bene mira, messa su con quello che ci è piaciuto di più e cioè un`elettronica minimale sia di fondo che di contorno e una tromba evocativa. Quella di “Fallen” è una musica mai sopra le righe, dalle strutture forse anche troppo lineari e pulite, nonchè in certi momenti prevedibili, tuttavia non così banali da far gridare allo scandalo, tutt`altro. Le potenzialità ci sono, adesso bisogna cominciare ad osare di più.
In ultimo presentiamo “The Killer ep” de il tORQUEMADA, forse un po` mainstream per i lettori di sands-zine, ma che comunque ha molte frecce valide al proprio arco. C`è da dire che la produzione è eccellente e che i cinque pezzi dell`ep suonano tutti belli potenti: l`iniziale disaster, ci porta dalle parte del noise-rock dei Rye Coalition dei tempi belli, voce emotiva, assalto noise calibrato alla perfezione, mentre the killer ci fa ricordare che un tempo esisteva una band che le suonava di santa ragione, i primi One Dimensional Man. No! introduce efficaci aperture stoner mentre people ritorna all`emo-core rispolverando un incedere e una voce tipica dei Quicksand di Walter Schreifels (grandissimi, chi se li ricorda?). In ultimo, la title-track, forse la meno appetibile, pseudo hard ballad per MTVizzati. Musica dal sicuro impatto. Menzione speciale per la bella grafica di copertina.


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Data Recensione: 4/7/2008

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