Urk!
Casa Törst si illumina di un raggio di sole primaverile, le finestre risplendono, i muri son bianchi e scrostati, l`inverno è stato duro, ma ne siamo quasi fuori.
Adriano Elia e Paolo Marcellini, osservano la natura circostante, mutare e stiracchiarsi pigramente, sorseggiando un dolce e caldo infuso di erbe; con un goccin di veleno dentro.
Il post, e l`attitudine maggiormente sperimentale precedentemente esposta; s`incrina e spacca.
Cinque brani semplicemente deliziosi, quasi traumatici nella loro apparente semplicità .
Quattordici minuti che gentilmente ti chiedono permesso ed entrano nelle tue stanze, insediandosi in pianta stabile dalle parti del divano rivolto alla luce.
Post rock/kraut filiforme, che si tinge di atmosfere pigre e scintillanti, sottili filamenti folk stesi come copertina calda sulle ginocchia, le gambette stecche in tremito/attesa delle corse a perdifiato in divenire.
E chi se l`aspettava?
Azzardo coordinate, l`accoppiata M.Gira/Dan Matz, le brume degli Apartments di “The Evening Visits...”, la vertigine Bark Psychosis, Brian Eno in riva al Mediterraneo commosso alla vista di alghe sparpagliate come nastro magnetico sulla sabbia calda; i Traffic di “John Barleycorn Must Die” con un filo di amplificazione precaria.
Cartoline di folk albionico ingiallite, attaccate con lo scotch sul frigo.
Ogni brano un possibile, microscopico, innamoramento.
Per pochi (probabile), per molti (spero).
“Po(p)tential”, è una finestra aperta che induce alla vita.
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