Un duo voce e percussioni non può che far pensare immediatamente, ancor prima dell`ascolto, agli storici duetti fra Max Roach e Abbey Lincoln, pensiero che non va preso affatto come un deterrente ma come un invito alla scoperta di un`opera che non si crogiola affatto su un così celebre richiamo ma si espande in direzioni multiformi e imprevedibili. Sotto l`aspetto performativo le percussioni rimandano a quella grande tradizione spigliatamente ritmica e afro che ha avuto i suoi capisaldi, oltrechè nel già citato Max Roach, in `Baby` Dodds, Milford Graves e Ed Blackwell, ma senza dimenticare comunque quegli strumentisti attivi nella contemporaneità più orientati verso una ricerca squisitamente timbrica. La voce, invece, va ad abbracciare un universo complesso e polimorfo che va dalla sperimentazione `colta` di Meredith Monk a quella più `popolare` di Miriam Makeba, attraverso tutta quella (stratos)fiera musical-letteraria che s`è concentrata intorno alla composizione/scomposizione del linguaggio. Ma l`aspetto performativo rende giustizia solo in parte a “Scarnoduo”, che si propone anche come lavoro fortemente concettuale. Le citazioni, letterarie e sonore, i richiami, i rimandi, i ritorni, gli stessi `concretismi`, in un`attitudine da giocatori di poker che mescolano incessantemente le carte, tutto contribuisce a creare un unico che mi riesce difficile associare a qualcosa di già ascoltato se non al “Roaratorio” di John Cage. Una serie di cartoline allegate alla confezione riportano citazioni e ispirazioni, che toccano (tra l`altro) Carmelo Bene, Caetano Veloso, Vinicius De Moraes, il poema mesopotamico “Enûma Eliš”, Ballard, Goethe, Ivan Della Mea e vari aspetti della cultura sarda. Comunque, credetemi, in tale complessità non viene mai meno il piacere dell`ascolto, e la curiosità su quello che i due estrarranno poi dal loro cilindro magico accompagna la scoperta di ogni momento del disco, dalle prime battute fino a quelle conclusive. “Scarnoduo” rende giustizia, e valorizza finalmente nella pienezza delle loro possibilità , a due grandi talenti che in passato erano stati troppo spesso confinati nel ruolo di preziosi comprimari nell'ambito di progetti altrui. Credo che Calcagnile e la Demuru siano pienamente soddisfatti da questa loro realizzazione, dacchè di motivi per esserlo ne hanno a iosa.
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