`Forgotten Realm´

Autore disco:

Hall Of Mirrors

Etichetta:

AFE records (I)

Link:

www.aferecords.it
http://www.myspace.com/hallofmirrorsonline

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2010

Titoli:

1) The Crossing 2) Gates of Namathur 3) Decadent Splendour 4) Among the Ruins 5) The Fortress

Durata:

69:18

Con:

Andrea Marutti, Giuseppe Verticchio, Andrea Freschi, Andrea Ferraris

spiritualismo ambient-ale

x s.e.

Dopo il debut "Reflections on Black" prosegue con tenacia il flirt creativo fra Andrea Marutti e Giuseppe Verticchio sotto il sognante segno degli Hall of Mirrors con un altro full lenght di pregiata dark-ambient dove presteranno servigio anche Andrea Freschi e Andrea Ferraris. L`opening di The Crossing ci fa precipitare all`istante in un magma di drone e dissonanza, alleggerito al suo centro dalla presenza di field recordings naturalistici e acquosi (farina del sacco di Freeschi) che ben si adagiano al via vai etereo delle sparute note emesse dalla chitarra del Verticchio; parlerei serenamente di un`ispirazione che attinge, tout cour, all`estatica fonte del maestro Paul Schütze, sfiorando qua e là obnubilanti retaggi post-industrial. Seguitando il cammino verso l`infinito, con Gates of Namathur, l`aplomb degli HoM di danzare con la volontà di potenza dell`oscurità è cosa ormai assodata, ma a tale disegno va aggiunto un trasporto parallelo dei nostri per i suoni primordiali dalla consistenza etnica, intercettati nel catacombale e discontinuo vagito di un flauto tailandese, la cui enfasi accresce di minuto in minuto grazie anche alla filigrana elettronica inerpicata dagli inferi. Decadent Splendour è un titolo, poi, che si sposa a meraviglia col climax del brano: un tragitto di decadente espiazione esistenziale introdotto dalle fosche iniezioni delle chitarre tramite un effetto scivolante che ricorda non poco lo slide, e che al suo termine le vedrà risucchiate da un grigiastro motorik percussivo sceso a patti col martial. E se il diletto per un bilinguismo fatto di estasi e rumore irrompe puntuale anche in Among the Ruins, alternandosi tra retrogusto organistico e power frequencies tracimanti nell`harsh, The Fortress disimpegna la propria spiritualità attraverso l`uso della melodia con docili arpeggi in lontananza su cui s`infrangono temperate pulsioni ritmiche di stregata fattura ambientale.


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Data Recensione: 22/2/2011

`Drums & Octobass´ // `Always I Gnaw´  

`Escale´  

`Jalitah´  

`Catacryptico´  

`Farahser´  

`Qui´  

`Radici´  

`Temporal Waves´  

`For A Reason´  

`Where Songs Go At Night´  

`Vurga´  

`Chamber Music´  

`In The Grip´  

`Cello Unlocked´  

`Jack´  

`Domicide´  

`Infinity Avenue´  

`Regenprasseln´  

`Incanto´ // `Tracce´  

`Dreaming Of Horses Running In Circles´  

`Our Sea Lies Within´  

`Due´  

`Words´  

`Nowhere Dense´  

`The Night Shall Break´  

`Chirurgia sperimentale´  

`Genius Loci´  

`Before The Fall´  

`Fold / Unfold / Refold´  

`Isocèle´  

`Fragments de Temps´  

`Freshta´  

`Sonatas & Interludes´ // `Concord´ // `The Time Curve Preludes´  

`Late Night Banter´  

`Bringing It Back / Round And Round And Round´  

`Ordo´  

`Pale Blue´