Il duo sembra essere diventato la dimensione ideale, mi sto riferendo alla musica di derivazione rock (nel jazz è ormai da vecchia data che la formula ha preso campo su larga scala), dal momento che offre quella pluralità assente in un singolo musicista senza presentare le difficoltà di gestione tipiche dei gruppi ad organico più ampio (difficoltà che, per chi non vive di musica, vanno dal riuscire a far combaciare i tempi per registrare e per suonare in concerto alla spartizione sia dei minimi cachet messi a disposizione da chi organizza i concerti sia dei bassi proventi derivanti dalle scarse vendite dei dischi). C`è da aggiungere che le possibilità offerte dall`evoluzione dell`elettronica hanno ampliato a dismisura le soluzioni a disposizione di una formula sostanzialmente così povera. Tanto per capirsi le cose sono notevolmente cambiate dai tempi dei Tyrannosaurus Rex, dei Silver Apples o del Randy Holden di “Population II”.
I Silent People sono parenti stretti di Talibam!, MoHa! e The Same Girl.
Agiscono nel presente (sentite un po` come in Serra Pelada fanno propri i ritmi della moderna urbe, nello specifico la drum and bass) senza essere comunque completamente alieni alle influenze del passato, un passato che sempre più spesso ha le sembianze di quel progressive vituperato, in piena epoca punk, da tanti criticucoli in cerca di gloria a basso prezzo.
L`inizio del CD parrebbe esplicativo, dacchè su un batterismo scatafascioso alla Kevin Shea si sviluppa un turbine tastieristico alla Keith Emerson.
Ma il progressive non va inteso tanto come un genere musicale, su sands-zine lo sosteniamo da vario tempo, quanto come un`attitudine evolutiva.
In tal senso i Silent People miscelano amabilmente, e mirabilmente, rock (di derivazione noise, space e cosmica), jazz (di derivazione free), ritmi di derivazione afro, classicismi, etnicismi, elettronica e elettroacustica, dimostrandosi più che dotti in tale attitudine evolutiva.
Non si tratta quindi di allievi dei vari Area, King Crimson e PFM, ma di maestri per le generazioni a venire.
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