Chissà se le due tizie si conoscono già ?
Probabilmente sì, entrambe suonano a Berlino in questi giorni (la prima l`8 e il 10 e la seconda il 6 di Novembre), e devo dire che mi piacerebbe vederle duettare, dal momento che si tratta delle proposte più interessanti ascoltabili al momento in fatto di violino e neue musik.
La prima è californiana, ma frequenta piuttosto assiduamente la scena berlinese, mentre la seconda è bulgara ed è piuttosto facile vederla esibirsi nei palchi del Centro-Nord-Europa.
Della Farhadian me ne sono già occupata (vedi recensione) e torno a scriverne con piacere a proposito di questo disco in solitudine contenente 12 brani per violino ed elettronica interattiva, selezionati da un ciclo ben più ampio che comprende sia materiale composto sia materiale improvvisato. Le registrazioni, parte effettuate in studio e parte in pubblico, provengono da 5 situazioni diverse, e almeno una di esse è stata incisa in concerto e rielaborata in studio. Il software utilizzato è un Max/MSP e, seppure il concetto di rielaborazione elettronica in tempo reale non sia nuovo, la creatività e la fantasia della Farhadian sono sufficienti nel realizzare una paesaggistica sonora in grado di affascinare, stimolare e coinvolgere l`ascoltatore. Le registrazioni sono state effettuate in parte a Berlino e in parte nell`area di San Francisco.
E` invece la prima volta che scrivo qualcosa a proposito di Biliana Voutchkova. I 7 brani di “Modus Of Raw” provengono tutti da uno stesso concerto tenuto in Svizzera nel Luglio del 2015. Il rapporto fra la durata totale e il numero dei brani lascia intendere come questo disco contenga anche improvvisazioni lunghe e articolate, laddove quello della Farhadian è composto essenzialmente da brevi miniature. La differenza maggiore sta comunque nell`interazione che, quando sussiste, nel caso della violinista bulgara non avviene fra lo strumento e un software ma fra lo strumento e la voce della strumentista stessa. In pratica “Modus Of Raw” ha una minore ricchezza sonora, mancando quello che può essere considerato come l`eco o lo specchio elettronico, ma questa assenza viene compensata ampiamente dal profluvio delle tecniche esecutive. Anche nel caso della Voutchkova i motivi d`interesse seguono l`onda di una creatività sfrenata.
La luna piena dell`espressività femminile, della quale scriveva Bolelli in “Musica Creativa”, s`è ormai trasformata in universo.
Se queste due suffragette incroceranno mai le corde dei loro violini, ammesso e concesso che non l`abbiano già fatto, spero proprio di poter vivere quel momento.
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