Bittová e Angeli! Niente di che stupirsi, perchè questa è una collaborazione che, almeno da parte di Angeli, è stata a lungo inseguita e fortemente desiderata. Non è infatti un mistero l`ammirazione che il chitarrista sardo ha sempre nutrito nei confronti della musicista ceca, tanto da invitarla in più d`un occasione al festival “Isole che Parlano”. Oltre a ciò va detto che i mondi dei due artisti collidono piuttosto visibilmente, soprattutto per ciò che riguarda il legame con le rispettive radici e il modo di rapportarsi ad esse. Tutto questo non sarebbe comunque bastato alla riuscita dell`incontro, e a questo punto sovviene l`intelligenza e la duttilità dei due. La predisposizione a comprendersi e a evitare prevaricazioni porta a una continua ricerca della compenetrazione e dell`incastro giusto. Le notorie evoluzioni della chitarra preparata fanno tutt`uno con quelle del violino e, insieme a esso, si accompagnano a una vocalità virtuosa e balsana in grado di ricoprire un ventaglio che va dal canto sciamanico al canto scat senza lesinare le giuste dosi di non senso. Qualcuno potrà rimproverare alla Bittová un eccesso di esuberanza, ma questa è la sua caratteristica ... prendere o lasciare, `chè le parti cantate e quelle strumentali sono comunque ben in equilibrio, e altresì quelle delicatamente poetiche e quelle impetuosamente rumorose. Eccovi quindi un altro ottimo disco che, in queste giornate tediose, può darvi il suo piccolo contributo a passare in modo utile le ventiquattrore.
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