“The Whole Thing” è un disco bello, interessante, importante e perfino commovente. La sua registrazione risale infatti al 17 Maggio 2019 e solo quattro mesi dopo, il 30 Settembre 2919, Gianni Lenoci terminò il suo percorso su questo mondo. Si tratta quindi, molto probabilmente, della sua ultima registrazione (sicuramente di una delle sue ultime). Quasi un testamento sonoro.
Con l`omonimo Gianni Mimmo si era creato un feeling particolare che aveva portato sia alla collaborazione come Reciprocal Uncles sia alla produzione su Amirani (il marchio gestito dallo stesso Mimmo) di alcuni suoi importanti progetti (le registrazioni dedicate a Morton Feldman e a Earle Brown).
Rispetto al loro disco precedente, l`eponimo “Reciprocal Uncles” del 2010 che si svolgeva nell`arco di 8 brani, questo CD comprende un solo titolo, una fantasia per pianoforte e sax soprano di oltre 50 minuti (*). Si tratta però di 50 minuti veramente intensi, come se i due musicisti fossero consapevoli che questa era l`ultima occasione di collaborare riservatagli dal destino.
La musica scorre come una specie di moto perpetuo, nel cui contesto i due paiono rigenerarsi a vicenda. Un gioco di rimbalsi che, se non venisse meno la resistenza fisica, potrebbe protrarsi all`infinito, senza perdere mai quella tensione che tiene l`ascoltatore inchiodato all`ascolto.
E` una musica dotata di una grande libertà armonica, quella dei due, che però non sfocia mai nella dissonanza vera e propria.
Godetevi quello che per Lenoci è un estremo regalo e per Mimmo l`ulteriore tappa di un percorso ben distante dal definirsi concluso.
Per il secondo a breve la recensione di una nuova spettacolare collaborazione con Luca Collivasone e il suo intonarumori.
(*) Per amor di precisione, o per pignoleria, sosterranno i maligni, devo citare anche un CD registrato in pubblico nel quale ai due si aggiungono i clarinetti bassi di Ove Volquarts e le percussioni di Cristiano Calcagnile.
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