Due percussionisti di diversa generazione e dal diverso percorso artistico. Senz`altro più ricco quello di Hemingway, che in oltre quarant`anni di attività ha suonato con il gotha del jazz sperimentale, partecipando a innumerevoli progetti e suonando in altrettanto innumerevoli concerti e dischi. Di fronte a tanta magnificenza non si tira comunque indietro il percussionista svizzero Vincent Glanzmann, che rappresenta ben più di quella che suole definirsi una giovine promessa, e riesce a porsi da pari a pari con il più celebre compare. Credo sia inutile ripetere per l`ennesima volta qual è l`importanza assunta nella contemporaneità dalla musica per sole percussioni (in occidente, chè in altre parti del pianeta riveste già da tempo un ruolo di primo piano). Le percussioni non sono più semplici dispensatrici di ritmo e neppure balocchi destinati alle sottolineature e/o alle punteggiature. Sono, in tutto e per tutto, strumenti destinati alla creazione complessiva del tessuto sonoro, al pari e non da meno degli altri strumenti musicali (e prendete il termine strumenti nella più ampia accezione possibile).
Ecco che in questo disco di sole percussioni i brani non sono esempi ritmici, break o i classici a solo improvvisati ma, com`è sottolineato dai titoli, vere e proprie composizioni, studiate, elaborate e registrate in uno studio di registrazione, con la coppia a farsi carico del lavoro complessivo, non solo l`atto pratico del suonare ma anche la registrazione, il missaggio e la produzione. Musicisti nel senso più completo e moderno del termine, le cui competenze travalicano il semplice battere con una bacchetta su un tamburo.
I due orchestrano impeccabilmente questa sinfonia in sei parti, distribuendosi i ruoli e alternandosi negli stessi e alle varie percussioni utilizzate, e nella quinta parte Hemingway azzarda pure una nenia vocale. Chiaramente c`è del ritmo, come nella seconda parte, ma ci sono pure fasi melodiose nelle quali i suoni si allungano e si dilatano all`inverosimile, con i due concentrati sul controllo di echi, volumi e feedback.
E` chiaramente impossibile attribuire all`uno o all`altro la derivazione dei singoli suoni, ma è comunque il gioco d`insieme a dimostrare come il flirt fra i due sia di tipo elettivo.
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