Il violino è uno strumento che sa d`antico. Qualcosa come 500 anni, la sua è un`età da autentico matusalemme. In un'epoca nella quale la vita delle cose equivale a quella di una farfalla il violino è un oggetto quasi inaccettabile. Il vinile, viceversa, è cosa recente, e ancor più recente è l`idea di utilizzarlo non solo come mezzo per riprodurre della musica ma anche come strumento per creare della musica. Questo duetto fra una violinista e un manipolatore di vinili potrà quindi apparire sia come un`assoluta novità sia come qualcosa di estremamente vecchio e ormai superato, dipende un po` dal punto di osservazione. Ai più sembrerà comunque incongruo. Dal mio punto di vista, seppure non rappresenti un`assoluta novità , “Sketches For Violin And Vinyl” è un disco comunque fresco e affascinante. Achim Mohnè non usa i vinili per fare della plunderfonia, bensì si avvale di scricchiolii, fruscii, ticchettii e quant`altro, ottenuti in contemporanea su tre giradischi (i classici loop del fine disco), per creare tappeti ritmici sghembi coi quali Ayumi Paul instaura un dialogo utilizzando il violino, e a tratti la voce, sfuggendo alla logica di un fraseggio neoclassicista. Lo sforzo maggiore sembra venir fatto proprio dalla violinista, nel tentativo di far convivere uno strumento così antico con una contemporaneità futurista e rumorista, e devo dire che in tal senso il risultato è assai stimolante. La musica del CD, improvvisata nel corso di una singola giornata in uno studio di Colonia, non soffre certo l`handicap del già sentito, e ciò mi basta.
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