Un tom basso, un koto, un oboe e una tromba è la strumentazione, quanto mai minimale, utilizzata da questo quartetto che suona come una piccola orchestra dedita alla destrutturazione, all`esaltazione dei suoni impuri, all`onomatopeia e al rumore votato ad arte. Si tratta di musicisti dei quali ci siamo occupati in varie occasioni (della kotoista giapponese Kanoko Nishi-Smith ricordo la sua presenza nelle Gravida in un vecchio CD del catalogo setolare), l`unica new entry in queste pagine è rappresentata dal trombettista Tom Djll. Si tratta di un vecchio marpione, da tempo attivo sulle scene, esperto in varie manipolazioni dello strumento e in tecniche estese, vanta collaborazioni con altre nostre vecchie conoscenze quali sono Jack Wright, Bhob Rainey, Sabrina Siegel e Gino Robair. Messi i puntini sulle i, potrei dire di un ottimo disco calato fra tradizione jazz, improvvisazione non idiomatica, musiche elettroacustiche, musiche concrete e futurismo astratto. I pochi fraseggi strumentali si calano in caotici dialoghi concreto-primitivisti o si alternano con ardite sinfonie bruitiste. Un`altra succulenta pagina ascrivibile al romanzo della new wave of jazz.
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