`La signora Marron´

Autore disco:

Franzoni & Zamboni

Etichetta:

BlueFemme StereoRec (I)

Link:

www.bluefemme.it/

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2021

Titoli:

1) La signora Marron 2) Ti aspettavo 3) Gesù tascabile 4) Non fa rumore la primavera 5) Tenendo gli occhi spenti 6) Vincenzina e la fabbrica 7) Arida 8) Controluce 9) Vent`anni 10) Oltre il cortile

Durata:

42:19

Con:

Manuele Zamboni, Marco Franzoni, Francesco Venturini, Matteo Crema, Beppe Facchetti, Jonathan Womble, Filippo Pardini, Daniele Richiedei, Francesco Zovadelli, Tommaso Parmigiani, Cecilia Paganini, Claudia Ferretti, Glenn Stromberg, Fanfara dei Cugini di Montagna

fra ligabue e il west

x mario biserni (no ©)

Se andate nel sito della cantante brasiliana Adriana Calcanhotto e cercate la presentazione del suo disco “SÓ canções da quarantena”, stampato e venduto in proprio, troverete scritto che si tratta di «um trabalho concebido, composto, registrado e lançado durante a quarentena ».
A proposito di “McCartney III” si sa che, in egual maniera, è stato registrato a casa mentre l`ex Beatles era lì bloccato a causa della pandemia. Lo stesso McCartney ha detto: «Ogni giorno iniziavo a registrare con lo strumento su cui ho scritto la canzone e poi gradualmente sovrapponevo il tutto; è stato molto divertente. Si trattava di fare musica per te stesso piuttosto che fare musica perchè devi fare un lavoro. Quindi, ho fatto solo cose che immaginavo di fare. Non avevo idea che sarebbe diventato un album».
Probabilmente andando a indagare, ma lascio al lettore questo compito, esistono altri casi simili e si potrebbe dare avvio a una nuova catalogazione, quella dei dischi figli della pandemia, cioè quei dischi che senza Covid non sarebbero stati fatti o sarebbero stati fatti in modo diverso. Rientra nello spettro delle possibilità quella che il virus porti con sè un cambiamento radicale nelle nostre abitudini sia in senso positivo sia in senso negativo, anche nel fare musica, e fra un millennio quest`epoca potrà essere riletta come un`epoca disastrosa per l`umanità o magari, all`opposto, come un momento di grande crescita. I bilanci storici non guardano in faccia al sacrificio occorso in vite umane. Non sta a me nè fare previsioni nè dare giudizi che non cambierebbero minimamente il corso della storia. Io mi limito all`umile ruolo di cronista, e cerco di farlo nel modo più onesto possibile.
Tornando a noi, “La signora Marron” entrerebbe di diritto in tale catalogazione di dischi figli della pandemia. Le note sul flyer allegato alla copia promozionale recitano infatti che gli autori questa raccolta di canzoni l`hanno inseguita per vent`anni «perchè le parole suonassero e un suono le potesse raccontare ancora meglio. Scrivendo e riscrivendo, gettando o salvando.
«Se potete, rilassatevi un attimo, fumatevi una bella sigaretta (anche due o tre) e godetevela.
«Di che si tratta? E` il suggello di un incontro artistico e di un`amicizia che durano da più di due decenni.
«Vent`anni di tante canzoni scritte insieme (magari alternandoci, come in questo caso, alla voce principale e hai controcanti): tante finite nei nostri precedenti dischi, nel progetto comune Noverose, nei rispettivi dischi solisti. Tante altre accumulate, alcune scritte per altri artisti, altre solo abbozzate.
«L`isolamento forzato imposto dalla pandemia ha fatto il resto, come un robusto calcio nel sedere.»
Quindi non si tratta di uno split, come di primo acchito può sembrare, ma di un disco a quattro mani, con i due che praticamente si alternano alla voce dividendosi i brani (tranne Oltre il cortile dove cantano entrambi). Marco Franzoni, a differenza di Manuele Zamboni, suona anche vari strumenti: chitarre, piano e organo.
Non ci sono gap fra i brani cantati dall`uno e dall`altro, in quanto le voci dei due sono gemelle e fanno pensare a un Ligabue meno plateale.
Le strutture border sono sottolineate da interventi strumentali che vanno dal sax baritono di Filippo Pardini (Non fa rumore la primavera) alle viole di Daniele Richiedei (Controluce), con qualche intervento più particolare come quello di una banda paesana nelle ultime battute di Gesù tascabile.
In questo caso il punto migliore per prendere la temperatura non è comunque la bocca, l`ascella o il buco del culo bensì la cover, una significativa versione ritmata in salsa latina della Vincenzina e la fabbrica di Jannacci.
Davanti alla bella riuscita di questo disco, volendo essere cinico e utilitarista, mi vien da dire «viva il Covid che, nell'occasione, non ha diviso ma ha cementato un`amicizia vecchia di vent`anni».
Come canta Guccini: «la giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso».


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Data Recensione: 11/3/2022

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