In un range di età che va dai quasi 70 anni di Leimgruber ai 40 di Huber, con intervalli intermedi decennali, si capitalizzano esperienze che attraversano il pianeta musica per abbracciare altre forme espressive quali la poesia, la pittura, la scultura, l’architettura …. Il tutto espresso in una musica democratica al cui interno le quattro voci godono di pari diritti pur esprimendosi in modo difforme. Centralizzanti sembrano essere l’improvvisazione teutonica degli anni ’70, il free jazz di Ornette Coleman, le nuove forme dell’elettroacustica, i collage del dadaismo e le recite della beat generation. In antitesi con un’attitudine così globalizzante c’è una sola parola, “Altbüron”, a indicare la località delle registrazioni, il titolo del disco e quello della lunga improvvisazione che contiene. È il più giovane dei quattro che si sobbarca il massimo del lavoro: Alex Huber otre a suonare la batteria ha infatti registrato, mixato, masterizzato e prodotto il CD. La confezione è stata invece disegnata dal grafico svizzero Niklaus Troxler, organizzatore del celebre festival jazz di Willisau. Chissà se i quattro hanno idea di continuare o se questa è una semplice alzata di scudi estemporanea. Confidiamo in un prosieguo, alla luce dell’ottima qualità lasciata intravedere da questi primi vagiti.
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