`Melancholia´ // `Cure And Mound´

Autore disco:

John Edwards & Dirk Serries // Anton Mobin & Martina Verhoeven

Etichetta:

A New Wave Of Jazz (B)

Link:

www.newwaveofjazz.com

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2021

Titoli:

1) I 2) II // 1) Cure 2) Mound

Durata:

44:56 // 76:47

Con:

John Edwards, Dirk Serries // Anton Mobin, Martina Verhoeven

relazioni avventurose

x mario biserni (no ©)

La collaborazione con John Edwards rappresenta per Dirk Serries qualcosa di cruciale, quasi un momento di svolta oserei dire, perché il contrabbassista inglese è un musicista fondamentale nel passaggio fra il jazz degli anni Settanta e le nuove generazioni. Edwards, con una discografia talmente nutrita da rendere difficile trovarne di simili, ha suonato sia con i musicisti della generazione a lui precedente sia con quelli della generazione a lui successiva, con gli europei come con gli americani, andando a collidere anche con realtà di frontiera come B-Shops For The Poor, God e Honkies.
È una musica diversa da quella che ci hanno insegnato a considerare tale, niente ritmi che fanno saltellare, niente soavità che fanno commuovere, niente sketch che fanno sorridere, e pure il pathos viene tenuto in allerta dai pieni e dai vuoti, dai silenzi, dalle accelerazioni e da come i due riescono a incontrarsi e a lasciarsi.
Nessuna tolleranza per la melodia in questo incontro - che pure risulta essere armonioso e piacevole da ascoltare - fra due musicisti che reinventano la musica a loro immagine e somiglianza attraverso le reinvenzione dei loro strumenti. Corde (mal)trattate, (s)tirate, (dis)torte, (s)fregate, (s)battute. Suoni secchi, suoni grassi e suoni lunghi.
Un appuntamento importante per Serries, in quanto musicista-sperimentatore, per la sua etichetta e per la nuova onda del jazz in generale. E, mi pare ovvio, per Edwards stesso.
La pianista Martina Verhoeven – collaboratrice di Serries nella gestione della New Wave Of Jazz e probabilmente sua compagna a livello affettivo – spalleggia il chitarrista con un disco ancor più avventuroso. Il suo pianoforte interagisce con la camera preparata di Anton Mobin, un manipolatore francese ben noto nell’ambito delle produzioni in CD-R e in cassetta, il cui nome trovate sovente affiancato a quello di Rinus Van Alebeek.
Il pianoforte viene esplorato con l’ausilio delle tecniche espanse e i suoni prodotti vanno a sciogliersi in quelli della camera preparata per un risultato difficile da immaginare. L’incontro ipotetico fra Cecil Taylor e il duo Brötzmann – Bennink della Foresta Nera.


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Data Recensione: 9/5/2023

`Drums & Octobass´ // `Always I Gnaw´  

`River Of January´  

`Escale´  

`Jalitah´  

`Catacryptico´  

`Farahser´  

`Qui´  

`Radici´  

`Temporal Waves´  

`For A Reason´  

`Where Songs Go At Night´  

`Vurga´  

`Chamber Music´  

`In The Grip´  

`Cello Unlocked´  

`Jack´  

`Domicide´  

`Infinity Avenue´  

`Regenprasseln´  

`Incanto´ // `Tracce´  

`Dreaming Of Horses Running In Circles´  

`Our Sea Lies Within´  

`Due´  

`Words´  

`Nowhere Dense´  

`The Night Shall Break´  

`Chirurgia sperimentale´  

`Genius Loci´  

`Before The Fall´  

`Fold / Unfold / Refold´  

`Isocèle´  

`Fragments de Temps´  

`Freshta´  

`Sonatas & Interludes´ // `Concord´ // `The Time Curve Preludes´  

`Late Night Banter´  

`Bringing It Back / Round And Round And Round´  

`Ordo´