Un quartetto jazz con chitarra, tastiere, basso e batteria non può non ricordarmi, per quella che è la mia formazione di ascoltatore, il quartetto di Paul Bley e Pat Metheny. All’ascolto poi, almeno per quel che riguarda alcuni brani, le suggestioni si allargano verso Morricone, Dire Straits, le musiche cinesi per liuto e vai a capire cos’altro.
Non è una musica univoca quella di Zanus & Co, quanto a riferimenti possibili e plausibili, eppure lo è in quanto una volta impastata può essere solo la musica di Zanus & Co e null’altro.
È una musica distesa, essenzialmente rilassata, paesaggistica, psichedelica, pennellata in punta di dita e in punta di piedi, prettamente cameristica, che scorre fluida, senza intoppi, liscia come l’olio, tanto da non sembrare roba umana ma nettare divino.
In realtà, seppur raramente, a volte si aggroviglia come nella sezione centrale di Let Kindness Lift Your Soul o in E tu, che cosa cerchi, un’improvvisazione collettiva dedicata a René Daumal (tutto il resto porta la firma del solo Zanus).
Il disco termina in un Postludium solenne. Quasi un corale natalizio scandito dall'incedere dell'harmonium.
Zanus è indubbiamente il maestro di cerimonie, il suo tocco sulle corde è davvero magistrale, ma anche tutti gli altri fanno la loro parte con indubbia diligenza e, soprattutto, con partecipata passione. Molto azzeccati appaiono i piccoli accorgimenti elettronici (di Pacorig e dello stesso Zanus).
Assolutamente da citare sono anche Stefano Amerio, Alessandro “Asso” Stefana e Daniele Salodini che, in luoghi e tempi diversi, hanno provveduto alle registrazioni, al missaggio e alla masterizzazione del disco. L’artwork, com’è ormai tradizione consolidata in casa Aut, è stato curato in modo semplice ed efficace da Sandro Crisafi.
“Kora” è un potenziale bestseller. Solo un mondo che ha ormai perso la cura della propria spiritualità, e non sto parlando di religione, può impedirgli di esserlo.
Prossimi top: “Nut” di Fie Schouten; “Elements” di Günter “Baby” Sommer & Fabrizio Puglisi; “A Secret Code” // “Echolocation” di Pamela Z; “Eight Pieces For The Buchla 100 Series” di Mario Verandi; “Goya” // “Aterraterr” di Giuseppe Doronzo // Giuseppe Doronzo & Pino Basile; “INCIDENTI – Lo schianto” di NichelOdeon / InSonar & Relatives; “Anna” di Angelo Bignamini; “Gro Mig En Blomst” // “Skærsgårdslyd” di Astrid Øster Mortensen; “Historic Music Past Tense Future” di Brötzmann, Graves & Parker ...
|